VENDESI: Mutande per mutanti
e criptoporni balenanti
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(Ricordi la sera all’Hotel Politecnico
Ricordi la sera Hall Hotel Politecnico
Ricordi la sera all’Hotel Politecnico?)
– Era pomeriggio. E sollazzavano
i tramvieri in sciopero sbronzi
sulle rotaie del sedici al tramonto,
morte, ti raccontavo fanfole di Maraini
Oh Verdina, tu t’ appellavi al sacrosanto
vezzo, al cristonato fumo di minore
eccome se rampavi sulle rampe da cavalla
eccome avevi gambe da puledra,
[Adios, Addio, A Dio.
Io non ricordo più niente:
Del segno che lasciasti
non v’è rimasta traccia.
(Ti odio nel brulicare di immagini
e mi proclamo regina degli apatici);
VENDESI Le tue trecce recise
AL i tuoi occhi già spenti
BAZAR cristiani non praticanti
DEGLI e mercanti d’arte sacrileghi
ASTANTI: ______________________
No, non lo posso patire, il rumore
di porte chiudentisi e l’odore
dei freni sfregantisi, non mi frega
di questo avanzare, a me importa
IL TEMPO DEL PISTONE:
2500 giri/min e viti senza fine
in retro-avanti marc’! Via col gas.
Il futuro non è mai stato così demodé,
se ci pensi in memorie al contrario,
il passato si è fatto visione e Cassandra
finalmente azzeccava le cose da dire
ad un Giano bifronte il cui mezzo è la fine
e il cui intero è perfetta illusione.
VENDESI: Sanguinacci di fate
le sue calze velate
pelli d’alpaca
e tenerissimi suricate
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Se arrivasse poi un giorno un cliente
a comprare le mie controfferte,
le mie ciarle divelte senza vere radici
gliele regalerei, direi – Prendile pure
fatti un sandwich di trecce e mutande
ma, ti prego, poi non riportarmele.
Al best Quality Hotel, Oh Verdina
tu mi aprivi le gambe felina,
e volavano schiaffi, voleranno domani
nelle nostre violenze trovavamo le mani
ed ho scelto di venderti, di rinnegarti
per non centellinare gli istanti,
per non perderti un giorno
nel crampo da vecchio
lascia solo la foto all’hotel Politecnico
in cui non apparivi e non c’eri, riempivi.
[Adios, Addio, A Dio.
Io non ricordo più niente:
Del segno che lasciasti.
non v’è rimasta traccia.
ANNUNCIO SVENDITA TOTALE
PER TOTALE FALLIMENTO
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(ho dovuto nasconderti dentro una scatola
per non farti trovare all’esattore di palle
dell’ufficio dei pre-sentimenti molesti)
I totalitarismi e i totani riuniti tremano
sulle mie furibonde cosce da vichinga
abbaio, abbaio, abbaio, abbaio, abbaio
e non mi abbagliano più i falsi fari,
le torce degli sbirri, le sberle di mamma e papà:
sono grande ormai, non mi prendono più.
Abbasso le serrande, spalanco le gambe
ti offro il mio ventre negozio vacante
scopami tu, mondo ladro e bastardo, ti amo!
Omosessualmente parlando io ti adoro,
non chiedermi il senso, il profondo:
Adios
Addio
A Dio
[…] via Svendita totale — NEUTOPIA […]
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