Il mio papà è un eroe, me l’ha detto il mio nuovo amichetto. È venuto a prendermi in camera, quella notte, e mi ha portato a vedere lo spettacolo. Lì c’erano due tipi grossi e un uomo incappucciato. Sono stati loro a farmi capire che il mio papà è un eroe, prima di quel giorno non ne ero poi tanto sicuro.
Mese: giugno 2020
Il Re è nudo
Giornalisti, statue e ciambellani di corte
Niente di ufficiale | Intervista ai LaPlomb
Una chiacchierata con Antonio Ponee dei La Plomb
Interior House | Elisa Teneggi
È un patto che fingiamo, la nocca sulla porta. Tu preso dai tuoi testi, io china sui colori.
Cose in cielo | F. Cane Barca • Charlie Nan
La Commissione Draghi dice che “Andremo al fuoco! Distruggeranno le industrie, e non sono soli, c’è chi li aiuterà a scegliere i bersagli, organizzazioni terroristiche che vanno contro questo sistema, bisogna fare quello che vogliono i draghi o ci daranno fuoco! Al fuoco!”
Che fare con il pubblico?
Scritto a Cuba nel 1930, il dramma El público fa parte del cosiddetto teatro irrepresentable cui lo stesso Garcia Lorca faceva riferimento, in un’intervista del 1933, con queste parole: «non è mai stato rappresentato perché non lo si può rappresentare». Articolo di Elena Cappai Bonanni
Le finestre sul cortile: voyeurismi in clausura
Recensione dell'album "Vouyerismo" (Radiobluenote Records, 2020) a cura di Isidoro Concas. Testo e voci: Davide Bava, Tito Sherpa Musica: Davide Bava Sound effects: Marzio Zorio Video: Marco Giambra
La chiave si è spezzata
la lunghissima testa di cavallo che appena prendiamo sonno ci visita: quella ferita al centro delle cose, quel divorzio conclamato tra i corpi
Bambolotto di pezza
Io sono morbido, l’ho capito col tempo, mi deformo per fare posto agli altri, piego la testa su cui questi bellocci impettiti camminano. Incasso i colpi, le cadute, i rifiuti. Mi schianto sui muri come un pupazzo del crash test e mi rialzo senza cambiare espressione. Però non significa che non soffra. Non significa che non possa far soffrire.
Perché non siamo “farmacie dell’anima”
Nell’attesa che la situazione non ritorni alla normalità – perché quella normalità era il problema – noi piccoli editori, riviste e librai indipendenti vogliamo pensare a metodi alternativi per continuare a fare cultura in questo momento complicato.