Vocabolario della fine | Caterina Migale

Tutto quello che riuscivo a vedere era una V maiuscola. Sapevo che si trattava della prima lettera della parola Vocabolario, inscritta sulla copertina del manoscritto, ma preferivo credere fosse l’inizio di Vittoria, la nostra vittoria.
Continuavo a scavare, tirando via cumuli di terra e frammenti rocciosi mentre Alice, Leo e Tata ridevano come pazzi; le loro voci echeggiavano nella grotta caricando l’aria di una vibrante isteria, quasi a voler riempire la somma dei nostri vuoti, in attesa che l’esistenza si riappropriasse del senso perduto. Duecento anni prima, l’animo umano era stato squarciato e il suo contenuto gettato tra le gigantesche fiamme di un fuoco ingordo; la realtà aveva perso i propri colori e il Grigio era diventato il nuovo ed unico sentimento, la nuova ed unica emozione; le imperfezioni dello spirito erano state proibite da una Legge che noi, esplorando quella grotta e riesumando quel vecchio dizionario, avevamo violato.

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