Dal ritorno all’ordine alla “vergogna” della poesia | Intervista a Marco Giovenale

Se esiste un antidoto alla banalità, risiede nel lavoro di ricerca sul testo. Contro una determinata deriva sentimentale o un certo impegno da copertina si è sempre scagliato Marco Giovenale, che con “Esiste la ricerca” ha riportato in auge il dibattito sulle avanguardie e sul ruolo della ricerca nella scrittura. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato.

Versi dal passato e proiezioni del futuro | Una lettura dai “Cantici Elettrici” di Charlie D. Nan

Charlie Nan, perfettamente cosciente di vivere nell’epoca della post-verità, nella sua prima opera, “Cantici Elettrici” (Edizioni del Faro, 2023), sembra suggerirci di recuperare i versi del passato e di sovrapporli alle immagini della TV, della radio, del cinema, del web, per ricavarne qualcosa di nuovo e dirompente. Una raccolta di poemetti epici per tempi apocalittici dall’inventore dell’Elettrofuturismo.

ℂ𝕆𝕄𝕌ℕ𝕀𝕊𝕄𝕆 𝔸ℂ𝕀𝔻𝕆 – VEDERE L’ALTERNATIVA

Operare una magia significa rendere visibile l’invisibile. Il mago, come il cyborg e lo psiconauta, accede a regioni dello spirito, sfere parallele diverse e coesistenti alla cosiddetta realtà, e torna sulla Terra armato di ciò che ha visto e ha ottenuto in questo commercio con l’oltre-mondo per operare così il cambiamento che desidera. Questo potere sciamanico, oggi, può essere esercitato dallo scrittore illuminato.

DannoMentale | Un viaggio disturbante nella psicopatologia urbana

DannoMentale, l’album d’esordio del duo composto da Simone Biondo (testi e voce) e Daniele Ravagnan (arrangiamenti e tastiere), è un’esperienza musicale lo-fi che trascende i confini convenzionali e si avventura in territori sonori inquietanti e trascendentali. Con una combinazione di stili musicali diversi e una narrazione poetica audace, l’album omonimo offre un’immersione totale nella psiche umana e nei suoi labirinti più oscuri.

La Repubblica dei matti VS la società della prestazione

Sono passati 45 anni da quando – era il 1978 – Franco Basaglia, dopo avere assunto la direzione del manicomio di Gorizia e avere iniziato un laboratorio senza eguali in Italia, che metteva pazienti e operatori sanitari sullo stesso piano, diede il suo nome alla legge 180, che di fatto chiudeva per sempre una pagina di sofferenza e isolamento della malattia mentale per riportarla nella società, da dove proveniva, e non relegandola ai confini del visibile. Nella società contemporanea, l’ideologia manicomiale sta tornando. Non nelle mura dell’ospedale, ma nella farmacologizzazione massificata.