Dico a mamma: oggi Gianluca non viene. Appena lo dico, non ho più voglia di andare.
After After ~ Sezione racconti
Get up, stand up. Una storia d’amore | Andrea Frau
Il fatto che lui uscisse con una ragazza italiana non era visto di buon occhio dalla famiglia, genitori in testa. Jin si vedeva con l’italiana magra, come la chiamavano i suoi, dopo lavoro. Rimanevano a chiacchierare in macchina anche fino all’alba. Quando bevevano un po’ più del solito lei provava anche ad abbozzare qualche frase in mandarino, per lei era facile parlare d’amore, perfino in quella lingua straniera, lui invece faceva fatica, non aveva ancora trovato una lingua adatta ai suoi sentimenti.
DNA Mussolini | F. Cane Barca
Era contentissimo di potersi raccontare, di conoscermi, mi ha offerto anche del vino, ha cominciato a sparlare, abbiamo parlato delle meraviglie del fascismo italiano e spagnolo, dei dittatori, Argentina e quant'altro, è un parente lontanissimo, una ramificazione complessa, originariamente non aveva quel nome, lo cambiò qualche tempo fa, da Rossi, a Mussolini, per poi usare un altro nome per lavorare, mi ha detto che inizialmente non aveva quelle idee, gli sono venute dopo, quando la vita gli era passata davanti già per molti anni.
Il cubo peculiare | Nicolò Civera
A un tratto, il cubo smise di emettere luce, Melanie dallo spavento indietreggiò, non credette ai suoi occhi poco dopo: un triangolo blu, non più grosso di una fiaschetta di whisky, spuntò dalla fessura, il cuore della ragazza cominciò a battere più velocemente.
Melancholia | Giulia Gaveglio
Da quando, la mattina dopo quella prima notte, mi sono svegliata, ho iniziato ad avvertirne sempre il peso sulle tempie. Da principio era piccola abbastanza perché si confondesse fra i capelli. Ma notte dopo notte è diventata più grande. Mi lasciava soltanto per brevi istanti, tornava planando su di me. Per paura che qualcuno la potesse scoprire, evitavo le altre persone. Non uscivo più di casa. Eppure, nessuno intorno a me sembrava vederla.
Esplosioni | Anna Trave
Mentre cammino ho una visione di me fuori dal mio corpo, mi vedo avanzare attraversata da una corrente che muove le mie gambe.
Tina | Roz Catone
Attraversa i binari della Circumflegrea e passeggia su via delle Colmate. L’aria sa di Fostok. Un bambino, in un orto dietro a una baracca, con una pompa a zaino tratta alberi di ciliegi. Si guardano. Lei a momenti calpesta un gatto morto in una buca. Manto nero, interiora da fuori, mosconi.
Turning indigo | Silvia Roncucci
Un mattino ci siamo svegliati tardissimo. Eravamo sprofondati in un sonno calmo. Mi alzo, faccio un salto in bagno e, avvicinando le mani al lavandino, vedo che sono tornate bianche. Mi specchio, il viso: diafano. Comincio a toccarmi la pelle, le orecchie, guardo le braccia, le gambe. Sono tutta bianca, come quasi non ricordavo di essere stata.
Un sovrano | Angelo Lachesi
All’inizio mi vergognavo. Poi mi sono lasciato andare a quell’attività che si è trasformata in una specie di routine. Caduto quel velo di menzogne autoinflitte e abbattuta qualunque forma di moralismo, ho accettato senza remora alcuna la verità che ho testé esposto: avevo bisogno di denaro. Il resto conta poco.
Merce nella merce | Pietro Bocca
Non avevo i soldi per scopare, ma penso lo sapesse già. Non mi rispose, non mi parlò. Non stava bene neanche lei. Si alzò in piedi – un corpo che avrebbe potuto trascinare martiri sulla croce col sorriso dei beati – e mi volse la schiena e le natiche, ma senza grazia; si lasciò guardare come un mobile in mezzo alla stanza, un monolite sepolto nell’appartamento.