Lucy | Angelica Damiani

 

A differenza delle altre mattine M. spalanca gli occhi al settimo squillo della sveglia. Al suo fianco un corpo femminile snello e perfetto giace immobile, assopito dal sonno. Prima di alzarsi lo contempla. Come di fronte a una scultura frutto del genio umano, si domanda come sia possibile che quella pelle vellutata non abbia l’ombra di un’imperfezione.
Osserva i seni pieni e simmetrici, le lunghe gambe, i lineamenti dolci del viso. Non può desiderare di meglio. Dalla finestra del quarto piano case e tetti avvolti nella nebbia.
Non soffre il freddo, ma tira il piumone fino a coprirle il collo, non vuole rischiare prenda colpi d’aria pericolosi.
Sono le 7.15, i figli dei vicini al piano di sopra corrono già per la casa, il soffitto vibra, ogni volta M. ha la sensazione possa crollare da un momento all’altro.
Anche lui desidera un figlio, non una di quelle bestie simili a cavalli, ma una creatura eterea, di cui prendersi cura, a cui donare il proprio amore. A Lucy non ne ha mai parlato, ma conosce bene la situazione, questo è fuori discussione, lo sapeva fin dall’inizio.
Non è un problema, lei l’ha accettato così com’è. Non le importa del suo stipendio, dei vapori acri sprigionati dalle macchie sui muri dovute alla pioggia.
Dal primo giorno, in quello spazio di quaranta metri quadrati, si sono presi cura l’uno dell’altra. Coccolato da quelle mani setose e quelle unghie curate, ha capito cosa significhi avere qualcuno accanto, qualcuno a cui raccontare le giornate sempre pronto ad ascoltarti.
Le pareti bianche della casa si sono annerite con il tempo, riviste e poster tappezzano pavimenti e pareti così che è difficile distinguere le une dalle altre. Non fosse per l’allergia, M. avrebbe voluto un gatto. Il giorno in cui aveva deciso di prenderlo è andato nell’appartamento dove si trovava la cucciolata. Gli occhi hanno cominciato a lacrimare e gli sternuti si sono susseguiti uno dopo l’altro, fino a quando è corso via.
A giorni alterni si domanda se Lucy provi gli stessi sentimenti, poi la guarda, e tutti i dubbi svaniscono volatilizzandosi dalla testa al pulviscolo atmosferico.
Non escono mai di casa, M. a stento può permettersi cibi in offerta e prodotti da discount. Non che prima le cose andassero meglio, ma l’ultimo investimento ha sancito il suo tenore di vita.
Tra due settimane arriverà il compenso di febbraio. Per festeggiare il loro terzo mese ha già in mente la serata, tra piatti da gourmet che cucinerà lui e vino rosso. Finalmente potrà regalare a Lucy la collana con tre fiori stilizzati. La fissa dalle vetrine della gioielleria ogni volta al ritorno da lavoro. Quel ciondolo semplice e magnetico, da subito lo ha desiderato per la sua Lucy.
Per tutta la casa sono sparsi sul pavimento i vestiti della sera prima, la camicia e i pantaloni di M., le mutandine e il reggicalze che voracemente le ha strappato di dosso, il vestito nero aderente.
A quel pensiero M. ha un’erezione, sente il desiderio salire dalle viscere. Vorrebbe possederla all’istante, ma Lucy dorme, non se la sente di svegliarla. E poi è tardi, questa mattina ha già perso troppo tempo.

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