Intervista a Serena Dibiase sul suo nuovo progetto S.ee
Autore: Serena Dibiase
Serena Dibiase nasce a Bologna nell’86. Si laurea al Dams e durante questi anni e in quelli a seguire, si dedica allo studio del teatro di ricerca. Prima in Emilia presso Teatri di vita, poi in Toscana seguendo da vicino il lavoro della Compagnia della Fortezza composta da attori detenuti. Partecipa poi a laboratori teatrali all’interno di strutture per il reinserimento sociale (centri diurni, comunità) e di riabilitazione post-coma (Casa dei risvegli – Bologna). Il suo percorso formativo si snoda tra workshop intensivi legati allo studio della performance con alcuni nomi della scena contemporanea come Teatro Valdoca, Motus, e S.Gallerano, C. Guidi e con la partecipazione come performer in progetti di R. Castellucci - Societas Raffaello Sanzio, A. Adriatico, A. Punzo.
Nel 2009 pubblica la sua prima raccolta di versi "Nelle vene" uscita per Manni Editori, e partecipa a festival di poesia e nuova drammaturgia come autrice e lettrice, fino a sviluppare, una volta trasferitasi a Roma, la sua personale interpretazione del testo poetico, soprattutto avvicinandosi allo studio della composizione elettronica, alla tecnica del vocal loop e del canto. Nel 2015 esce per Italic Pequod la sua seconda raccolta, "Amnesia dei vivi". Suoi testi compaiono su Poetarumsilva, Griselda online, Poesia Ultracontemporanea, VersoDove.
Arriva in finale al premio Alberto Dubito poesia con musica 2018.
Secondoluce è il suo ultimo progetto performativo che unisce racconto video, sonoro e vocale, ed è una ricerca che intende veicolare la poesia attraverso sia supporti più propriamente tecnici, quali video proiezione, software e campionatori per la costruzione della drammaturgia sonora, sia con la più semplice e potente risorsa umana, la voce.
La bambina lo sa e altri scritti
aveva punti luminosissimi
questo corpo in paralisi
dal fondo ritmava colpi
su creature ardenti: