la lunghissima testa di cavallo che appena prendiamo sonno ci visita: quella ferita al centro delle cose, quel divorzio conclamato tra i corpi
Autore: guglielmoaprile
Guglielmo aprile da piccolo ambiva a entrare nei Ghostbusters; in qualche modo, è quello che ha fatto. Ritiene la poesia uno sport estremo, affine al lavoro del palombaro o dello scalatore. Nutre una sorta di empatia per gli animali rinchiusi negli zoo. Soffre di una strana patologia, che lo induce a sospettare di essere invisibile o forse neppure mai nato. Non comprende Epicuro e ha un rapporto problematico con la mortalità. Se fosse in Dio, imposterebbe il gioco su altre regole. È attaccato a una serie di cose pur consapevole della loro fondamentale futilità. Non si fa illusioni su quello che scrive e sa bene che anche le parole, come ogni cosa, se le porta via il mare.