La qualità della vita post-pandemica si è gradualmente abbassata, mettendo seriamente a rischio la salute mentale di tuttə. Eppure, la vita frenetica lavorativa non conosce sosta, togliendo tempo e modo di prendersi cura di chi abbiamo accanto. Prendersi cura, a differenza di ciò che spesso viene ribadito come un mantra, non è un lavoro svalutante né adibito all’ambito femminile. Semplicemente, sembra che in questo castello di carte nel quale siamo chiamatə a vivere detto “neoliberismo”, non ci sia posto per la cura. Quasi si trattasse di una debolezza di cui vergognarsi, dopo due anni di stasi economica e sociale non sembriamo disposti a prenderci maggiormente cura di chi ci circonda.
Editoriali
𝐼𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑢𝑡𝑜𝑝𝑖𝑐𝑜
Molto spesso, immaginiamo il corpo come l’eterotopia per eccellenza: il luogo – cioè – prediletto e al contempo il confine dell’essere umano, il nostro “qui e ora”; limite invalicabile e immenso, non lascia spazio ad altro che non siano i bisogni puramente fisiologici, in una netta distinzione tra corpo e mente, com’è tradizione in Occidente, come se il nostro corpo dovesse automaticamente negare ogni utopia e viceversa. Se travalichiamo questa separazione, però, scopriamo che il corpo potrebbe essere, dal punto di vista non solo strettamente biologico ma anche filosofico, il tramite per un altrove. Ed ecco allora che, per essere utopia, basta avere un corpo.
CANCELLATURE
Spesso il linguaggio rende estraneo il quotidiano vivere: lo distorce e lo annulla. Allora, per non farci a nostra volta deformare da un linguaggio che non ci appartiene, possiamo disimparare un pensiero coloniale, razzista, violento, antisociale?
𝔻𝔼-𝔼𝕍𝕆𝕃𝕌𝕋𝕀𝕆ℕ | Per una letteratura dell’organismo monocellulare
Call artistə per una letteratura dell'organismo monocellulare
Soglie
Il passaggio da uno stato a un altro, più che spaventarci, può essere una condizione necessaria: ciò che ci mette in viaggio e combatte la stasi.
Perché non siamo “farmacie dell’anima”
Nell’attesa che la situazione non ritorni alla normalità – perché quella normalità era il problema – noi piccoli editori, riviste e librai indipendenti vogliamo pensare a metodi alternativi per continuare a fare cultura in questo momento complicato.
𝕽𝖎𝖓𝖆𝖘𝖈𝖎𝖒𝖊𝖓𝖙𝖔!
Dato che assistiamo a una società di "scriventi" più che di "scrittori", vorremmo che questo nostro Rinascimento si rivolgesse a dei veggenti più che a dei lettori, per immaginare insieme a noi il mondo che verrà.
Lettera agli esclusi
Vorremmo che il nuovo corso di «Neutopia» si orientasse agli esclusi, a chi fino ad ora non ha avuto modo di giocare. Tornando all'animale che non può più essere tenuto a bada.
Chiedi a te stesso
Quattro nuovi bandi per cercare la risposta a un antico quesito
Contro il carattere estetizzante del nuovo realismo
Chiari sintomi e possibili rimedi