La bambina lo sa e altri scritti

_La gatta

aveva picchi docili il mio corpo
e mani senza fine
a lasciare tutto
levigava la voce era
parzialmente morto
il mio corpo
aveva le armi più pure in natura
per tornare invisibile
aveva punti luminosissimi
questo corpo in paralisi
dal fondo ritmava colpi
su creature ardenti:
e tu bambina ripeti che mi ami
che la foglia dentro resta umida
che il serpente resta umido e si insinua
e tu bambina ripeti che mi ami
che l’estate è fragile
che la gatta così agile si apre
partorisce e se ne viene
dentro il letto
e gatta anche tu fingi di dormire
la notte ha un poco finto
la bambola è solo una bambola
la strada luccica verso il bosco
dove i topi corrono
per non farsi catturare

_La bambina

resta qui a sentire
come il tempo strappa
un figlio dal seno prima di morire
siamo creature calde
solo quando ci incontriamo
il resto del tempo un battito
tirato a lucido
la madre per esempio
è una regina con labbra rosse
educata al silenzio
guarda attenta
mentre un padre dottore
pesa sua figlia
come un vitello prematuro
tutto perde peso nel corpo
piccolissimi organi fanno quasi buio
e la bambina lo sa
la sua calma anemica nel sangue
la sua bocca spalancata sempreviva
scritta sui muri
del paese morente
i silenziosi alberghi
astratti nella pioggia
sembrano più solidi
come i suoi amori clandestini
l’incarnato lunare delle ribellioni
non sa vivere diversamente
se non sentendo più dolore alla sera
da mortale rifiorisce
nei suoi effetti speciali
nel momento in cui l’estate frana
ingorda di ciliege
come se l’addio
lucciola sconnessa
fosse un volto in più
(della morte)

_La bambina lo sa

la bambina lo sa
se le tue mani sono a pugno sulla bocca
se sciogli i capelli e niente smette di crescere
lo sa la bambina
ci vuole molto tempo per morire
di fame o per tornare
da queste parti
ha un dente di leone
aperto in gola
e un segreto scarno sul viso
tante volte le capita il diluvio tra le ciglia
e resta indietro
*
io e te bambina potremo indicare
le cose che non finiscono
che non ritornano
sopra tutti i mesi settembre
un buco chiaro di serratura
da qui ti vedo
con le voci più belle
con le natiche alte
con le braccia bucate
con i cristi in blackout
considerando ogni bene agli occhi
se parli piano non c’è vergogna
tu splendi invece
invece tu splendi
ti chiamo sempre amica dolce
l’uragano si appende alle pareti
in questa casa dannata di click
rumoretti scesi
più profondi di me
Fotografia di Lara Cetti

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