Il torpore d’identità sviluppa obliquo il movimento
consapevole il notturno vaneggia la nebbia
schiaffeggia insolito un buio
che d’istinto prescinde immediato da me e dall’ambiente
insiste a spostarmi il palmo con la mano
nella raccolta oggettiva riassunta nel crampo dello stomaco interiore della mia meteopatia
quando improvviso che dal ricordo pur:puro gesticola pur:sempre il gesto
ops
oh
apparizione
oh
ops
elevata ipnagogia
in virtuale di me
in virtuosa separabile decadenza
in minuziosa silenziosa assenza
riassorbibile tutta riavvolgendola affusolata
perfettamente appuntita nella forma di senso dinamico dell’urgenza
divarica l’orgia del respiro accenna a liberarmi disintegra ciò che mi appanna la percezione