Chiedi a te stesso

 

Un anno fa nasceva Neutopia. Da allora molto è stato fatto e ancora molto c’è da fare. Anche quest’anno continueremo a rivolgerci al contemporaneo e a curare i contenuti di una rivista che, giunta al terzo numero, vorremmo trasformare in un punto di riferimento per le molte voci fuori dal coro letterariamente valide che fino a ieri sono rimaste escluse dal panorama editoriale per mancanza di lungimiranza dagli operatori di settore: esordienti, pubblicati o specificatamente contro l’editoria convenzionale, non come outsider isolati, ma come gruppo che cooperi per concretizzare l’obiettivo di creare una piattaforma editoriale: Neutopia Edizioni.

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Per riuscire in questa impresa, vogliamo aprire le nostre sezioni a nuovi autori (i cui testi migliori finiranno in due raccolte edite da Neutopia Edizioni) e formare una rete di menti e di corpi che funga da tramite per le nostre letture, presentazioni, performance. In questo modo, pensiamo di poter rendere la letteratura una base per un incontro possibile.

QUATTRO NUOVI BANDI PER RISPONDERE A UN VECCHIO QUESITO: CHE COS’È LA LETTERATURA?

A questo proposito molto si è scritto e ancora tanto si scriverà. Per cercare di dare una risposta potremmo partire dal presupposto che è letterario tutto ciò che ci riguarda, senza per questo cadere nel tranello del “qui e ora”. Siamo sopraffatti da storie “vere”, paradossi di autenticità in mondi di perfetta finzione, senza per questo dimenticare la lezione di Aristotele e tenere conto che l’arte imita la vita e che c’è tutto da imparare dall’insignificanza. Uno sguardo attento, non retorico, può fornirci la chiave per vedere la vita di ogni giorno sotto una luce nuova.

Per cercare di dare una risposta, potremmo partire dal presupposto che è letterario tutto ciò che ci riguarda, senza per questo cadere nel tranello del “qui e ora”.

Non bisogna poi dimenticare che l’arte è l’espressione di un singolo individuo, che non ha nulla a che vedere con soluzioni infallibili o dogmi da seguire. Prendete la maggior parte dei manuali di sopravvivenza per giovani scrittori e buttateli dalla finestra: sarete già sulla buona strada. Non esiste un “come” pre-impostato, ma un “cosa”. Per questo motivo, ci interroghiamo su cosa possa esserci oggi, dopo che il postmodernismo ha mescolato tutti i generi e nuove forme di iperrealismo si affacciano sui nostri scaffali. Quale può essere il viaggio che ci rende moderni giganti in mezzo a tanti Lilliput? O ancora, quanti Lilliput servono per attaccare il gigante?

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C’è poi un discorso aperto sulla poesia. Noi su Neutopia ci siamo sempre orientati alla lezione neo-avanguardista, ben sapendo che il puro sperimentalismo non è (più) la sola strada percorribile. Siamo orfani di una poesia che comunichi a tutti e che non sia solo espressione del proprio io scrivente. Per questo oggi ci rimettiamo in discussione, facendo nostro l’insegnamento di Hans Arp sul bisogno di un nuovo vocabolario che parta proprio dalla poesia come mezzo di ri-significazione del linguaggio. Un linguaggio che faccia da schermo a tutto ciò che limita la nostra capacità di creare e ci rinchiude in schemi prefissi e stabiliti, sfruttando il mezzo poetico per approdare a significati “altri”.

Siamo orfani di una poesia che comunichi a tutti e che non sia solo espressione del proprio io scrivente. Per questo oggi ci rimettiamo in discussione.

Per quanto riguarda la fotografia, vorremmo porre l’attenzione sugli spazi urbani e la loro trasformazione: come stanno cambiando le nostre città, i nostri luoghi e qual è l’effetto sui loro abitanti? La città, come scriveva Henry Lefebvre, è una metafora. Sta ai fotografi e ai reportagisti contemporanei capire quale sia.
Infine, ci piacerebbe sapere cosa si prova a essere rinchiusi in uno spazio claustrofobico, senza una via d’uscita apparente e se doveste usare solamente i vostri sensi per potere localizzare e definire il vostro perimetro. Scrivetecelo nei vostri reportage.

La città, scriveva Henry Lefebvre, è una metafora. Sta ai fotografi e ai reportagisti contemporanei capire quale possa essere.

Non molto tempo fa, con il Gruppo d’Azione Poetica Salinika sostenevamo che se il mondo così com’è non ci piace, è perché ce lo siamo immaginato male. Allora è arrivato il momento di orientare la nostra immaginazione dalla parte giusta: le nostre narrazioni determineranno il mondo che andremo a vivere e noi saremo anche le storie che saremo capaci di raccontare.

I contributi vanno inviati entro la mezzanotte del 30 novembre 2017.

Per eventuali chiarimenti chiedi informazioni a Te stesso: info@testesso.te.

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Immagine di copertina e collage di Elisa C. G. Camurati

 

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