Sogni interattivi in 8 bit

Sogni interattivi

Le dita sfogliano pulsanti, tasti,
croci direzionali come gli indici
di un codice traslato sullo schermo.
La luce delle immagini traduce
dal disco il testo, tradizione orale,
memoria di cantori in otto bit.
Fabulae di poligoni e di texture,
pixel in movimento sulle tavole.
Semiletteratura digitale.
Nel mezzo del cammin della mia vita
sono stato le donne, i cavalieri,
gli idraulici baffuti e i porcospini.
Incantevoli sogni interattivi,
giocati non su letti, ma divani.

The Legend of Zelda

Le gesta, la leggenda si ripete,
il mito che uguale a se stesso resta:
l’eroe e la principessa, la ricerca
di qualcosa diverso dal suo bacio.
Il ragazzo che parte e diventa uomo
dell’esistenza ci domanda il senso,
piange la propria terra sulla strada
che lo porta alla fine del suo viaggio
senza l’abbraccio del ritorno a casa.
Altri gli accenti e la lingua ogni volta,
molti sono i villaggi e gli scenari,
i tempi del racconto, le incertezze,
i nomi, i ritmi, le ripetizioni,
gli intrecci della storia e i suoi silenzi.

Kid Icarus

Dagli Dei destinato all’ascensione,
il ragazzo prodigio dell’Olimpo
sgambetta ma senza spiccare il volo.
Si accontenta di freccia e arco scoccando
tra fortezze infernali e campi elisi
gli strali dalla magica faretra.
Sfidato da Medusa dei serpenti
al battito dell’ala in armatura,
si veste d’elmo e di sacri gambali,
spiega appena le sue piume, svolazza
e in lotta a mezza altezza con le Erinni
incocca, pessima la mira, i dardi. 

E non basta la forza, l’eroe cade
in forma di legume maledetto.

Simcity 2000

Arrivare al confine del quadrato
oltre il quale c’è il vuoto dell’ignoto
e città stato in corsa per la crescita.
Da insediamento a capitale urbana
pianificando grafici e permessi
di costruzione sui lotti e le zone.
Percentuali esplosioni demografiche.
Con l’opzione del tempo più veloce
aumentano i problemi e gli abitanti
a macchia di leopardo sulla carta,
ma l’espansione non si arresta al “pause”.

L’arcologia è la soluzione pratica
alla crisi di spazio e inquinamento,
pompe idrauliche quando l’acqua manca.

 

Bioshock

Non sapendo nuotare sprofondiamo
caduti con scafandro tra alghe e bolle
che nascondono il faro tra le fiamme,
le onde, i detriti, gli scogli, il metallo
di un disastro aereo esploso in alto mare.

Nella discesa il ferro calamita
la colla delle spugne e dei coralli,
la luce elettrica delle murene.

Corpi di palombari nelle fosse,
sommozzatori di remote guerre.
Toccato il fondo, l’ultima boccata
ci mostra come in sogno grattacieli,
cattedrali sommerse e torri aguzze.

L’oceanico rintocco delle boe.

 

To the Moon

Risuona nella villa il pianoforte.
Sulle note di olive in salamoia
la melodia segue dei conigli
gli origami, i destini, i desideri.

Andare sulla luna per esempio:
dal fatuo lampo del faro alle stelle,
dagli scogli alla pancia del pianeta.

Sullo spartito inciampa il musicista,
mancano degli accordi alla ballata
che, come all’improvviso, si fa tetra
e singhiozza, rallenta, si interrompe.

 

What Remains of Edith Finch

I libri sugli scaffali raccontano,
simili a diari, il verso delle storie.
Dimore in viaggio come navi e perse
nella nebbia (ricordi di famiglia),
draghi nei parchi, giochi e cimiteri.

Gli oggetti sono rimasti sull’acqua,
sul pavimento fatto di losanghe:
insegne araldiche, stemmi, blasoni
di chi, da vivo, abitava le stanze
dietro le porte con poco rumore.

Galleggiano come isole le camere
e i corridoi come correnti fendono
le carene dai muri impolverati
della casa che ancora non affonda.

Continuare senza salvare?

Per terminare la partita basta
un clic che, come sveglia,          
con gesto ultrapreciso mi riporta
a un presente di spleen.

Ma una colonna sonora a otto bit    
mi resta nella testa
anche sognando gli incubi peggiori,
stazioni sconosciute,
inverosimili giorni futuri
e pop up tra la nebbia.

Senza poter salvare, continuare,
salire di livello
non come “giocatore uno” ma come
“persona non giocante”.

 

Copertina di Erik Winkowski
Voce di Chiara De Cillis
Base: FoolBoyMedia

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