Come il giovane Luperio
biondo germanico tarchiato
amico d’infanzia
amico mio
che ricordava
con orgogliosa nostalgia
il tedio di settembre
la nostra prima vecchiaia
davanti a un televisore
come Psyche
compagna di banco
che studia lingue
e rivede me
fuori dalla provincia
“fin troppo magro”
e aspetta gli appelli di giugno
tornava dall’Albania
muscolosissimo fra i marines
ritrovato spento e spo(s)sato
Licinio che protegge
le ville dei ricchi
“…almeno uno che ha fatto carriera!”
Ai Sicardi è avanzata con successo
in Bangladesh e sporchi dintorni
l’azienda di famiglia
e adesso nel lusso
digrignati, nel collasso del lusso
ridacchiano sbevazzanti
in una casa meritata
sotto lo sguardo padrone
imprenditorialmente ricco
vedere dalla loro suite imperiale
i passanti calpestati
in blocchi ceramicizzati
laccati di marmo
con il futuro in vendita,
e chi gli urla contro?
Noi c’avremmo provato,
forse
ma poi
con uno sguardo lontano
sbircia fra i suoi sogni
ancora narcotizzati
Ftide pacata
eccoti!
magra brancolante
sta bene così
distopica e
migrante nell’urbe
nella sua casa palatina
attraccano
fattorini e postini
immediatamente disarmati
nel pomerio allargato
oltre le mura
intacca in
sempre nuove
impressioni;
lei Ftide che vive
con il telefono zeppo
di chiamate
le stesse vecchie
di trent’anni sebbene pochi
pochissimi
in questi rugosi tempi
siano rimasti davvero
così vecchi
da risponderti
sempre
(eccomi)