I piedi della pietà si sono sbriciolati
ed io mi sento come
un filo impiccato ad un ago
costretto a tessere
per resistere
o come un palato che trattiene
i gusti migliori
per tenere in vita una lingua assente.
Resto ad un passo dal dolore migliore
[Rendi meglio nella sofferenza, lo sai?]
con pochi centesimi di fiato nello sterno
[Sembri un precipizio dimenticato dai rovi]
…e non smette di picchiarmi questa pioggia
[tu e la tua depressione nascosta nei capelli].
(Entra in scena il plotone di esecuzione:
– una luna che si è dimenticata la luce accesa
– una minestra infreddolita che minaccia la fame
– dita che hanno smesso di essere mano
– un crocifisso in crisi spirituale
– vestiti a terra che non vestono nulla).
Se solo la smettessi di porgermi ostie
e di bagnarti le labbra sbagliate, forse
– e dico forse – potremmo anche invaderci,
potremmo anche pioverci, potremmo.