Made in URSS | Un sogno fatto in Unione Sovietica

Cosmonauta è la parola con cui i sovietici indicavano i loro avventurieri delle stelle, contrapponendoli agli astronauti capitalisti e Kosmonavt è il nome d’arte che Cristian Zinfolino – classe 1986, poeta, performer e traduttore spezzino – si è dato per mettere in scena la sua ricerca linguistica e performativa, che oggi si presenta alla prova della pagina con Made in URSS (Cделанно в CCCP), edito da Edizioni del Faro per la collana Sonar.

Cosa porta un giovane ligure a innamorarsi dei paesaggi dell’Est, ad abbandonare la lingua natìa per adottare l’alfabeto cirillico? Se non altro, la letteratura russa. Ed è come se la vita quotidiana e le esperienze personali di Zinfolino diventassero – come riporta la citazione di Svetlana Aleksievic in esergo – materiale letterario.

Il cosmonauta si chiede, nella prefazione che apre la raccolta: «А как звучит мой голос без тебя, мой язык?» (Che suono ha la mia voce senza te, lingua mia?). Da questa folgorazione a San Pietroburgo nasce – per sua stessa ammissione – la nostalgia di un mondo che, forse, non è mai esistito.

Il panorama di Zinfolino è infatti onirico, un sogno ad occhi aperti fatto in Unione Sovietica. L’adesione dell’autore all’URRS è per lo più immaginaria, estetica.

La propaganda di cui si fa promotore è quella del corpo, degli affetti che quei luoghi gli riportano alla mente: «Влюбиться/Разлюбиться / Innamorarsi/disinnamorarsi,/ может так случиться?/ accadrà, forse, così? / Это Магадан, Зек, /Questa è Magadan, Zek1,/ мы пересекаем век. / oltrepassiamo il secolo.» Rimane un unico, solerte interrogativo: a quale ritmo balleremo sulle macerie?

Impossibile voltarsi, di fronte a questa prosodia incalzante, che introduce alla caosmogonia di un autore materico e fantastico insieme, con alcuni dei suoi pezzi spoken più riusciti – uno su tutti, Katja, che aveva già messo in musica con i suoi Cosmic Queers – e con l’aggiunta di una serie di testi più riflessivi, perfettamente godibili anche alla lettura privata, che rimandano sempre alla rinascita e allo scegliere – con coraggio – il proprio posto nel mondo: «Nascere ogniqualvolta si vuole/ è nostro diritto.»

I personaggi di Zinfolino occupano la stanza, mentre si prosegue nella lettura, ti accompagnano man mano che vengono spogliati degli orpelli e delle sovrastrutture.

La battaglia, qui – in questi tempi di guerra è opportuno ribadirlo – è per l’esistenza: «Non ho tempo di cercare dove ogni cosa è celata, /dove il vento ha trasformato il vuoto in sabbia dorata! / Где-то там и я /Là ci sono anche io. / Дайте мне глаза обратно, /Ridatemi indietro gli occhi, /дел нет до небес /non c’è nulla da fare in paradiso

Così, dopo l’amore tra croci storte, favole silenziose e confini debellati, si giunge alla ricomposizione del sogno – e della vita – del poeta. Una vita pur sempre costellata da privazioni e sofferenza, ma che si rivela con un sorriso: «Mostrare i denti non sarà più una difesa / ma accoglienza tra la ritrovata verginità.»

Davide Galipò

Made in URSS (Cделанно в CCCP)
Cristian Zinfolino
edizioni del faro, 2022
67 pagine, alette interne
copertina di stella venturo

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