Recensione a Bianca (Neo Edizioni, 2022) di Barbara Giuliani, a cura di Davide Galipò
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La Milano Emo di Holly Heuser
Recensione del graphic novel di Holly Heuser, "Milano Emotiva", a cura di Luca Gringeri
Made in URSS | Un sogno fatto in Unione Sovietica
Recensione a cura di Davide Galipò dal libro "Made in URSS" (Edizioni del Faro, 2022) di Cristian Zinfolino
Amarsi meno, amare di più
La qualità della vita post-pandemica si è gradualmente abbassata, mettendo seriamente a rischio la salute mentale di tuttə. Eppure, la vita frenetica lavorativa non conosce sosta, togliendo tempo e modo di prendersi cura di chi abbiamo accanto. Prendersi cura, a differenza di ciò che spesso viene ribadito come un mantra, non è un lavoro svalutante né adibito all’ambito femminile. Semplicemente, sembra che in questo castello di carte nel quale siamo chiamatə a vivere detto “neoliberismo”, non ci sia posto per la cura. Quasi si trattasse di una debolezza di cui vergognarsi, dopo due anni di stasi economica e sociale non sembriamo disposti a prenderci maggiormente cura di chi ci circonda.
Con il corpo crivellato di stelle
Alla scoperta del cosmismo con “Dal Caos al Cosmo” di Silvano Tagliagambe (Sandro Teti Editore, 2021)
Strani soli | Un tuffo dove l’apocalisse è più flou
Recensione di "Strani soli" di F. Cane Barca (Zona42, 2021)
Tu non sei un cavallo | Due parole su Nitrito di t_w_i_g
Recensione di Luca Gringeri del primo titolo della nuova collana Fulmicotone (Agenzia X, 2021)
L’odore della poesia visiva
L'olfatto umano è una semantica aperta: dopo anni di primato del visivo sul resto dei cinque sensi, la seconda mostra del ciclo La poesia visiva come arte plurisensoriale, quella sull'olfatto, celebra la qualità sinestetica della scrittura verbo-visuale, esponendo opere di poeti visivi della nuova generazione.
Il Maestro e Margherita | Radiografia di un amore vero
Recensione de "Il maestro e margherita", graphic novel di Riccardo Cecchetti e Simona Caprioli (El Doctor Sax, 2021) a cura di Davide Galipò
𝐼𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑢𝑡𝑜𝑝𝑖𝑐𝑜
Molto spesso, immaginiamo il corpo come l’eterotopia per eccellenza: il luogo – cioè – prediletto e al contempo il confine dell’essere umano, il nostro “qui e ora”; limite invalicabile e immenso, non lascia spazio ad altro che non siano i bisogni puramente fisiologici, in una netta distinzione tra corpo e mente, com’è tradizione in Occidente, come se il nostro corpo dovesse automaticamente negare ogni utopia e viceversa. Se travalichiamo questa separazione, però, scopriamo che il corpo potrebbe essere, dal punto di vista non solo strettamente biologico ma anche filosofico, il tramite per un altrove. Ed ecco allora che, per essere utopia, basta avere un corpo.