Dove mi hai portato, cuore?
Questo silenzio non ha più niente da dire, resto disarmata
dalla serenità
che cosa cresce sotto le gravats abbiamo scavato fino
a mischiare terra e sangue, ci siamo
sputati addosso come specchi e
baciati i piedi a vicenda come le puttane con i loro cristi
fino a diventare ombre tra le ombre e
doversi sovraesporre per ritrovare i tratti
– fogli acetati lo rifaremo da capo – folli
agitati radici sparse come capelli da seguire, sono
i sentieri, le scelte, i castelli di carte e ottone
Dove mi hai portato, cuore?
Sotto le macerie colori nuovi, colori che non conosco
tirati di due stop da mani in preghiera e breviari di
lacrime, maniche tirate su
collaudano accendini
che sembrano le mie poesie: entrambi
facciamo molto rumore
facciamo molto rumore
facciamo molto rumore
Ma se non bruciano a cosa servono
Volevo solo arrivare alla cenere
un verso alla volta
Dove mi hai portato cuore, dove?
E che cos’è, adesso
questa voglia che ho di restare
