Piazza Vittorio | Mohamed Amine Bour

IN PIAZZA VITTORIO                                                          
ERAVAMO IN SEI O IN SETTE
ALLE MACCHINETTE DA CAFFÈ
SPENDEMMO QUELLA NOTTE
I MIGLIORI 50 CENT

WIN EL HARBA WIN
WELLI WELLI, YA MISKIN

meschino deriva dall’arabo
si pronuncia miskin;
non ha l’accezione negativa
che ha in italiano,
è semplicemente
sventurato e povero

win el harba win

essere tagliato da un albero
è un modo di dire arabo
che indica:
chi è senza famiglia
chi è senza parenti
chi è solo

welli welli, ya miskin

il genere umano
nella sua evoluzione,
che non si capisce,
ama dare soprannomi alle persone:
a Khaled è stato dato il nome di re del rai
tra gli anni 80 e 90

la sua voce mi ricorda certi ritmi
che cerco o rifuggo
rimbomba da anni nel mio cuore
come il monito delle madri 

dove pensi di fuggire

win el harba win

ritorna a casa

welli welli ya miskin

ecco chi siete!
cuori diramati
gente sradicata
tagliata da alberi

win el harba win
welli welli ya miskin

IN PIAZZA VITTORIO
ERAVAMO IN SEI O IN SETTE
ALLE MACCHINETTE DA CAFFÈ
SPENDEMMO QUELLA NOTTE
I MIGLIORI 50 CENT

WIN EL HARBA WIN
WELLI WELLI, YA MISKIN

quella notte uno dei sette,
come tutte le notti,
inizia a raccontare dei suoi antenati
spesso ne racconta aneddoti
certe volte tristi
ma il più delle volte divertenti

per esser sincero e non mentire
non ne ricordo nemmeno uno

io una casa non ce l’ho
non ho avuto avi importanti
non sono stati vichinghi o vandali
se sono stati gloriosi, buon per loro

win el harba win
welli welli ya miskin

ecco chi siete!
gente sradicata
cuori diramati
tagliati da alberi

win el harba win
welli welli ya miskin

IN PIAZZA VITTORIO
ERAVAMO IN SEI O IN SETTE
ALLE MACCHINETTE DA CAFFÈ
SPENDEMMO QUELLA NOTTE
I MIGLIORI 50 CENT

win el harba win
welli welli, ya miskin

Piazza Vittorio vuota
intorno alle 4 di mattina
mi riporta in Marocco

nei villaggi
il patio delle case
non è grande
quanto Piazza Vittorio
ma le storie che lo vivono
possono riempire il mondo

mi riporta al duemila tre
o al duemila quattro:
mio bisnonno
è steso per terra
senza respiro
senza forze

nel patio
dove nel corso dei secoli
sono nati miti e leggende
ora si sentono soltanto
pettegolezzi e liti
su come spartire le terre

win el harba win
welli welli ya miskin

in fin di vita la vita stessa gioca brutti scherzi

quello stesso giorno
il gallo della casa
cadde nel pozzo

mia bisnonna
forse era preoccupata
più del gallo che del bisnonno;
quel pezzo di terra è mio
quell’altro è tuo
l’asina la prende Fatima
le pecore Halima

win el harba win
welli welli ya miskin

IN PIAZZA VITTORIO
ERAVAMO IN SEI O IN SETTE
ALLE MACCHINETTE DA CAFFÈ
SPENDEMMO QUELLA NOTTE
I MIGLIORI 50 CENT

WIN EL HARBA WIN
WELLI WELLI, YA MISKIN

mio bisnonno è morto
con il patio già pieno
di donne pronte
a piangere
le sue imprese

con quelle parole
hanno innalzato per lui:
sepolcri
mausolei
santuari
e chissà cos’altro
eppure poche di loro
lo avevano conosciuto 

le immagino
come tante Didone
che piangono Enea
le immagino
come tanti Orfeo
che piangono Euridice

chissà che imprese
ha compiuto
quel mio antenato
chissà se quella luce
brillerà in eterno

win el harba win
welli welli ya miskin

la sera del funerale
sono arrivati
da ogni villaggio
gli ospiti in ritardo

tra contese e lamenti
tra i cani che abbaiavano
impauriti o infastiditi
quella sera
io e gli altri bambini
mangiammo racconti

win el harba win
welli welli ya miskin

 

Testo e voce di Mohamed Amine Bour
Opera di Ali Hassoun

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