Chi si addormenta da solo lenzuola da solo – Concerto punk per sole voci

Il pregevole lavoro di Luca Atzori, poeta e musicista sardo naturalizzato torinese, e di Sandro Sandri, voce de Lo Zoo Degli Unni e interprete, tra gli altri, dei testi di Antonin Artaud e Carmelo Bene, è un miscuglio di sussurri, di suoni, di urla che abitano i versi e che hanno come unica protagonista la voce.
Chi si addormenta da solo lenzuola da solo, titolo ironico di derivazione situazionista, è un viaggio nella psiche dell’uomo contemporaneo, lo schizo che non può essere coercito, la contraddizione che non può essere livellata, parola poetica in libertà che ci consente di abbandonare i luoghi comuni e capire cosa si provi ad essere un bruco nella notte patetica dell’esistenza, tra canti tipici sardi e polifonie tibetane. Le culture e i riferimenti – si va dagli jodel alpini agli Animals – si mescolano di fronte a un’incontenibile decadenza culturale accompagnata con onorata spudoratezza, che si auto-infligge la pena di essere ancora ai tempi dell’ordine e del lavoro, quando – cito dai versi di Atzori – “non bisogna provare troppi sentimenti/ davanti all’ingiustizia/ ci vuole solo freddezza/ e pietà/ della propria morte”. Morte della ragion pratica che percorre tutto l’audiolibro.

Un libro di componimenti poetici orali che si ascolta come un disco o un disco di poesie adorabili che mette a dura prova l’ascoltatore quanto le casse di un rave, coro da messa atea ed eco insostenibile,  pensiero anti-cartesiano per eccellenza.
La traccia/composizione più riuscita è senz’altro Sono idiota, dove la voce cavernosa di Sandri sentenzia “Sono idiota come chi pensa”, sbeffeggiando tutto il pensiero razionalistico occidentale in un crescendo di invettive che sfiorano l’insulto. Altro tema dominante nei versi di Atzori, organizzatore, tra le varie esperienze socioculturali delle quali è promotore, del Mad Pride di Torino, è la malattia mentale – sorta di male oscuro che viene spesso celato dalla società dei “sani”, qui invece esposto come sorta di orgoglio intenzionale. Significativa a tal proposito la dedica all’amico e artista Adolfo Amateis.

Illustrazione di Riccardo Cecchetti

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