Cercasi paradisi artificiali | Davide Galipò & Charlie Nan

Cercasi Paradisi artificiali,
situazione di stasi
alla fermata del 3.
Tra gli scatoloni di Porta Palazzo
alzi il dito:
scenda chi deve scendere,
salga chi deve salire.
“Biglietti, prego”.
Chi è?, il controllore.
Macellerie messicane
e andiamo all’assemblea.

                                                                                                                      1.

Cercasi Paradisi fiscali,
situazionismo ed estasi.
“Prossima fermata: Rossini”.
“Next stop: Campus Einaudi”.
Alzi il dito, scenda chi deve salire,
salga chi deve scendere.
Un cinese guarda dal sedile:
“地狱你在看什么?回到上周五[1]”.

1.bis

Cercasi Paradisi nostrani,
tagliamo le cime dei tetti
e la noia che esala dai camini.
Credimi, siamo colpevoli
ormai freddi,
vittime del dolore
– Veleni & Sonniferi.

2.

“Sei tornato, Babar?”.
Imbocchiamo autostrade
tra radici d’autoscontro,
autogrill – neon sfrigolante
e centri massaggi per disoccupati:
50 € / 45 minuti.

2.bis

Avviso ai naviganti:
“Benvenuti nell’Interzona.
La primavera a Tel Aviv
non è mai giunta
e obbediamo ancora,
distaccati, putridi e falsi amici”.

3.

Sorridenti donzelle da operetta
collezionano sementi misoginie
come complimenti o medaglie
su panta-collant e minigonne:
“Piacere,
Camillo Benso, in arte Lillo”.

3.bis

Torino esplode, complice
di futili riversibilità sociali,
giocatori di fortuna,
i Padroni orgenti
cercano deserti segreti
e cartelli con su scritto “niente”.

3.ter.

Lucrezia di fronte a me, pavimenti,
potrebbero aiutarmi a rievocare il domani?
Cercasi cisterne di vini scadenti,
donne silenziose e sentimenti semplici,
Nirvana a buon mercato
e sudore di corpi decadenti.

4.

Colori complementari brillano
nella camera oscura d’amore precoce,
ingoiato fino all’ultimo respiro,
ricordo e batticuore
anelante di vita precostituita
e scevro da rassegnazione.

4.bis

Torino s’arresta
al capolinea delle mie tasche
e qui finisce il giro
di Gesù cristo alla crema,
sistole ed extra-sistole
all’incrocio d’una pizza prêt-à-porter.

4.ter.

Tutti a sorridere nel proprio ruolo,
dalle scelte ai modi di essere
– siamo corpi estranei,
virus e batteri nocivi
che si correggono e si correggono,
per continuare a sopravvivere.

                                                                                                             5.

Ogni anno ci ammaliamo
e ancora temiamo l’amore?
Eravamo mostri,
ancor prima di iniziare:
la realizzazione passa
per il recupero della materia.

5.bis

Una grande città industriale,
come arteria sacrificale
nel tempo del “tutto e subito”.
Dubito della mia incolumità,
mentre l’ingiustizia segnala
il nuovo boia dell’immaginazione.

5.ter

“La macchina killer, appunto”.

“Vieni a casa, ché qui
sto un altro anno”.
Se la Dora avesse labbra
e non argini
ingoierebbe tutto:
dai mercanti ai kebabbari
di via Po

6.

agli artisti nichilisti-dadaisti
della Cavallerizza
– la musica techno
mai cosi ballabile –
e le tue mani, tamburellanti
sul mio petto.

6.bis

Sentiresti ora il distacco
di un orizzonte degli eventi
fuori asse
schizzare via, impazzito,
ma non aver paura
di restare.

6.ter.

Siamo corpi estranei
corrosi dal ciclo rituale,
centimetro per centimetro:
il consumarsi di un bacio
è un retaggio del passato,
possiamo fare di meglio.

7.

De-generazione e rigenerazione
nella via tua, filosofica Sofia,
che hai preferito l’estetica
all’etica della concessione,
così te la sei presa.
(Fruga nella borsetta)
e troverai la tua realtà (intatta).

7.bis

Energia a 70 mm
fa’ il pieno di abbonamenti,
ancorché il bere
trionferà sul mare,
così noi, estremisti delle immersioni,
sfideremo il sottofondo del bicchiere.

8.

Ma non cantiamo favole:
nulla è, tutto appare.
Cambiamo punto di vista
– prospettivismo auratico invadente –
voliamo al contrario
per CONDIZIONE e(s)senza.

8.bis

Possiamo solo precipitare
insieme, capisci?
Perché l’azione è una realtà marginale
e tutti a sognare di volare,
senza considerare
che il volo presuppone il vuoto.

8.ter.

Il corso degli eventi è inarrestabile:
per tonnellate di miracoli
corrisponde un’equa quantità di prassi
e tu, tu vorresti veramente
essere l’eccezione?
Folle! Folle! Folle!

9.

Folle sogno d’un infante!
Eppure noi, così, seguiamo
da anni e, ancora, mesi
a preferire i mantra tantrici,
i Paradisi artificiali
a quelli fiscali

9.bis

sapendo che Natura
è solo imperfezione relativa,
magica scultura irripetibile,
ignota bellezza oltraggiosa,
curvatura universale della massa:
calcolo univoco e incalcolabile.

10.

Davide Galipò
Charlie D. Nan
Torino, 07.02.2016

Illustrazione di Jiří Kolář

[1] “Cazzo gualdi? Tolnale veneldì”

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...