Lo sport e le spore
sopra le tende,
farnetica, scende
un tempo bruno
aggrovigliarsi
sotto le ascelle.
Lo sport e le spore
sopra le tende,
farnetica, scende
un tempo bruno
aggrovigliarsi
sotto le ascelle.
Vergine, sarei falso se non te lo dicessi:
un cuore si mangia o si rifiuta,
non è un vaso di fiori né una poesia.
Non è un dato che nasce con me.
Nasco così,
come mi addormento
“Noi non vediamo
e non vogliamo combattere
ma vogliamo volare
oltre la linea di confine”
Desideriamo cambiare qualcosa del nostro
corpo, ci affidiamo alla chirurgia plastica,
pregando ipotetiche Madonne del botox
eri bella Alessandra
come una cometa
che ti esplode in faccia
come una moneta gettata
in banca all’addiaccia
dell’ultima nottata spenta.
All’infuori del bosco, la città si era fatta inabitabile oramai, e i pochi superstiti rimasti non cercavano più di unirsi per sopravvivere
emigrando direttamente dentro il verso che gestisce il ritmo del sonno in induzione
evapora la forza senza dissolverla ma con potenza la liscia allungata inviolata verginea
pateticamente sfiorata
dai polpastrelli
di riga in riga
di spazio in spazio