Un mattino ci siamo svegliati tardissimo. Eravamo sprofondati in un sonno calmo. Mi alzo, faccio un salto in bagno e, avvicinando le mani al lavandino, vedo che sono tornate bianche. Mi specchio, il viso: diafano. Comincio a toccarmi la pelle, le orecchie, guardo le braccia, le gambe. Sono tutta bianca, come quasi non ricordavo di essere stata.
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Un sovrano | Angelo Lachesi
All’inizio mi vergognavo. Poi mi sono lasciato andare a quell’attività che si è trasformata in una specie di routine. Caduto quel velo di menzogne autoinflitte e abbattuta qualunque forma di moralismo, ho accettato senza remora alcuna la verità che ho testé esposto: avevo bisogno di denaro. Il resto conta poco.
Sibilla | Zahira Ziello
Altrove, si piange quel che non si ha, qui si dice solo sì.
Mangime | Simone Rizzi
Sarà un mese che ha quasi smesso di mangiare. Dormire, non se ne parla nemmeno. Passa il tempo accartocciato sul divano in salotto, che ormai somiglia alla lingua viscida di un rettile.
Passaggio di stato
Vorrei fare due passi, mi diceva fumando sul ponte di poppa. Lo diceva ogni volta in cui avvistavamo la costa. La cenere svaniva nella scia della nave e Gustave ripeteva: Solo due passi.
La discesa
Per tutta la valle si diceva che la storia delle donne dei boschi era solo una voce, o una favola per bambini. I pochi cercatori di funghi che le avevano intraviste non venivano creduti. Era un bene, per le selvagge. La leggenda le proteggeva.
Da Artaud a Basaglia – Intervista a Pierpaolo Capovilla
Cosa vuol dire essere impegnati e confrontarsi col disagio mentale, nel panorama artistico di oggi? Lo abbiamo chiesto a Pierpaolo Capovilla, musicista e vocalist de Il teatro degli orrori, One dimensional man e Buñuel