Gli amanti | Giovanni Schiavone

«Tutto questo delirio per qualche goccia», pensò Federico studiando il preservativo che si era appena sfilato. Il serbatoio era pieno. Pieno in modo ridicolo, ché lui non ne produceva molta.
Lara gli era sdraiata accanto, un neo sulla pancia, a sinistra dell’ombelico, e tre sul fianco destro. Era bella. Aveva i capelli lunghi, castani, il viso magro e gli occhi come uno strazio che si pianti nel cuore.
Federico cercava d’intuire le conseguenze che sarebbero scaturite da quelle quattro lacrime di seme. Il suo pube era intriso delle secrezioni vaginali di Lara.
L’atto sessuale era durato nove minuti.

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L’Anoressico | Giovanni Schiavone

Un’ambizione nasceva sempre in quegli istanti. L’orgasmo squarciava il cosmo, trascinava macigni di frustrazione e rabbia e tensione e vergogna, s’infrangeva sulla scogliera come un’onda anomala, polverizzandola, e urlava, lo implorava di esprimere ciò che il suo cuore traduceva in accelerazioni cardiache e la sua mente in deliri d’onnipotenza.
Quegli istanti durante i quali egli fuggiva dolorosamente da se stesso perché si accorgeva di essere un velleitario, istanti intrisi di vano riscatto e della consapevolezza che non c’era modo più bello per dire una realtà tanto tremenda: velleità, un suono che addolciva la rassegnazione (ecco cosa amava: lasciarsi cullare da scialbe considerazioni sulle parole). Ecco a cosa ambiva: a esprimere il suo abisso e la sua grandezza affinché da una simile espressione scaturisse la gloria.

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