Abbiamo il Dune italiano e non ce ne siamo (ancora) accorti

Lo sappiamo bene, in Italia quella branca della speculative fiction detta “fantascienza” ha poca fortuna: considerata letteratura di serie B per nerd che non vogliono affrontare la realtà, non è mai riuscita ad affermarsi nella cultura “ufficiale”, complice il disprezzo mal dissimulato anche da grandissimi editori come Fruttero e Lucentini che, malgrado con la collana Urania avessero portato la fantascienza oltreoceano, ritenevano che “un disco volante non sarebbe mai atterrato a Lucca”.
Certo, vi sono le eccezioni, come la fortunata saga di Eymerich di Valerio Evangelisti, ma l’Italia rimane il paese dove l’orrore cosmico de Le venti giornate di Torino di De Maria è rimasto quasi sconosciuto per quarant’anni o Dissipatio H.G. di Guido Morselli è un culto per pochi eletti.
Negli ultimi anni però qualcosa sta cambiando, grazie a un ricambio generazionale che ha dato una svecchiata al gusto comune, che ha fortunatamente riposto i romanzi di Giorgio Faletti sullo scaffale (o usati come gamba del tavolo) e alla critica: l’interesse di pubblico che ha suscitato la versione cinematografica di Annhilation, l’exploit di una serie tv come Black Mirror, il rinnovato interesse per Star Wars o le edizioni italiane di libri come Le Visionarie hanno contribuito a ridare dignità alla fantascienza, complice anche lo sdoganamento del termine “new weird” per indicare quella commistione fra horror, sci-fi e fantasy che sta attirando interesse in tutto il mondo.

Mancavano le grandi saghe in pianeti lontani, ed ecco che a settembre esce in Italia la seconda trasposizione cinematografica (la prima, di David Lynch, era stata un fallimento di critica e pubblico) di Dune ed è subito un fenomeno.


Basata sul primo romanzo omonimo della lunga saga scritta da Frank Herbert, ambientata prevalentemente sul pianeta Arrakis, chiamato anche “Dune”, una landa desertica e inospitale, unico luogo di produzione, raccolta e raffinazione del Melange o Spezia, una preziosa e insostituibile sostanza, fondamentale per la struttura simil feudale della società galattica, organizzata attorno al Landsraad, all’Impero e alle Gilde. Arrakis e la sua complessa ecologia fanno da sfondo alla sfida per il controllo del pianeta, narrata inizialmente tra la dinastia Atreides e quella Harkonnen.
Questo primo film, dicevamo, è stato un successo, ma forse non tutti sanno che in Italia negli ultimi dieci anni abbiamo visto la nascita di un’altra saga che narra di un pianeta desertico: Mondo9.
L’autore è Dario Tonani, giornalista che si era già fatto notare per lo splendido Infect@, romanzo cyber noir che deve qualcosa a un’altra grande della fantascienza dello Stivale: Nicoletta Vallorani.
Nell’estate 2008 esce, a opera di Tonani, sulla rivista «robot» il primo racconto del ciclo, Cardanica.
Ambientato su un pianeta lontano quasi completamente deserto, gli esseri umani si danno battaglia su navi mostruose che solcano le sabbie infette.
Il racconto è narrato dalle voci desolate di due sopravvissuti a un naufragio che, poco a poco, scoprono la vera natura del mezzo cui stanno cercando di raggiungere un porto sicuro, catapultando ben presto la narrazione in una dimensione horror realmente spaventosa.

Le navi, su Mondo9, sono metallo e carne fusa assieme e di carne si nutrono, risultando esseri senzienti e non solo mezzi di locomozione meccanici.


A Cardanica fanno seguito inizialmente altri tre racconti (RobredoChatarra e Afritania), poi se ne aggiungeranno altri cinque, pubblicati dalla Delos Books e dalla 40K Books .
Il primo ciclo di quattro racconti verrà poi raccolto dalla Delos in un unico volume, dal titolo complessivo di Mondo9.
In questa prima parte del ciclo il pianeta viene esplorato da più punti di vista, che delineano un mondo spaventoso e ostile: mentre le navi combattono fra loro in una guerra senza fine, gli umani cercano di sopravvivere sia ad esse che da un morbo che trasforma il loro corpo in metallo.
È un’epopea di morte, quella di questi racconti, dove i cadaveri si ammucchiano sotto stormi di uccelli servitori (e nutrimento anch’essi) delle navi, mentre all’interno di queste si muovono nuove forme di vita ibrida fra macchina e corpo.
Ci sono infatti “gli interni”, le persone risucchiate dalla nave che, in un limbo fra la vita e la morte, comunicano con gli esseri umani, e poi c’è una nuova specie, i mechardionici, esseri sopravvissuti al morbo completamente metallici, che sopravvivono soltanto rubando i cuori umani.
Ed è dai Mechardionici che parte il nuovo ciclo di racconti, pubblicati inizialmente solo in e-book, che vanno a costituire un vero e proprio romanzo breve chiamato, per l’appunto, Mechardionica.
La struttura è infatti pù lineare e si basa quasi completamente sulle gesta di Asur, mechardionico, e di una bambina nomade prima suo ostaggio poi sua complice, Naila.

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In questi cinque racconti esploriamo ulteriormente Mondo9, entrando a Mecharatt, la gigantesca città portuale dove loschi traffici e omicidi da parte dei Mechardionici sono la normale quotidianità, e assistiamo all’epica battaglia fra Asur e la nave che lo ha “generato”.
La saga, che già aveva evidentissime sfumature steampunk, si colora di tinte a la Perdido Street Station di China Miélville e di un afflato epico senza però abbandonare i toni scuri della ruggine e splatter della carne che avevano caratterizzato i primi racconti.
Tutte e nove le novelle vengono ripubblicate da Urania in un unico libro, Cronache di Mondo9, con alcuni intermezzi che legano un racconto all’altro così da creare un unico grande romanzo.
Il libro non solo è un successo fra la critica di settore nazionale, ma viene premiato come uno fra i dieci migliori romanzi di fantascienza internazionale da una rivista giapponese.
Tre anni dopo, Mondadori dà alle stampe il seguito Naila di Mondo9: Ritroviamo Asur, molti anni dopo, e soprattutto Naila, che nel frattempo è diventata capitana della Syraqq, e approfondiamo la natura delle navi, che possono avere anche un genere nonché accoppiarsi.
L’epica di Mechardionica in questo romanzo s’intensifica andando a lambire i confini del fantasy, con l’ossessiva ricerca da parte di Naila della “Grande Onda”, mentre l’amico Asur, ibrido fra umano e macchina, appare sempre di più come l’unico essere su questo mondo crudele capace di provare emozioni.
Ma nel libro, malgrado la palese anaffettività dei personaggi e i cumuli di cadaveri da morte violenta che anche qui si ammucchiano, sembra far capolino un’umanità che si fa strada fra la ruggine e il metallo, a partire dal bambino che Naila, afflitta dal morbo, porta in grembo.

Tutto un mondo attorno a Dario Tonani - Fantasy & Fantascienza
Dario Tonani, via Nuove Vie

Con Naila di Mondo9 conferma la grandezza di una saga che sa affrontare con perizia i grandi temi di quest’epoca: l’ibridazione fra umano e meccanica, il salto di specie, il genere, finanche il rapporto fra macchine e animali non umani e infine, l’horror vacui che caratterizza anche il nostro mondo, tanto che alla lettura di Cronache e di Naila non si può non associare le pile di corpi, di cadaveri e di ruggine ai ormai sempre più cupi mucchi di cartelloni pubblicitari, corpi in movimento (meccanico?) e macchine del nostro tempo, con addirittura lo spauracchio di un morbo che condiziona la vita quotidiana.
Con il ciclo di Mondo9 Dario Tonani ci regala una saga che può tranquillamente competere con il successo che sta avendo Dune al botteghino, e a confermarlo c’è la ristampa del libro quest’anno per la collana Urania Jumbo, se i lettori e le lettrici italiane non ne prenderanno atto vuol dire che Fruttero e Lucentini si sbagliavano: un disco volante è atterrato a Lucca, ma gli esseri umani, arrugginiti da un sentir comune provinciale nel suo elitarismo, non hanno saputo vederlo.

Luca Gringeri


cronache di Mondo9 di dario tonani
mondadori, urania (2015)
disponibile in e-book
Illustrazioni di Franco Brambilla



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