Extraterrestre

I

Extraterrestre,
cosa ci vieni a fare
su questo pianeta?

II

Lascia che ti spieghi come
funziona da queste parti:
abbiamo il giallo e il confine invalicabile,
il rosso, il bianco, la disperazione
e le malattie sessualmente trasmissibili,
le prove schiaccianti e le infiltrazioni,
le microspie e le fotocellule,
gli sbarchi tra i continenti:
o sono affari
o problemi istituzionali.

Il dodici negli orologi
rappresenta l’apogeo o l’abisso,
sempre equidistanti
mai cedibili a terzi,
ricordatelo bene.

I segmenti tratteggiati
sopra quelle cose nere
che tagliano i campi e le città
dicono che si può sorpassare,
prevalentemente a sinistra
tranne in alcuni casi.

III

Esistono i negozi di souvenir
e i biglietti da venti euro,
compraci qualcosa da riportare a casa,
fai attenzione alla cresta sul prezzo
e alla crisi dei pozzi di petrolio.

Abbiamo il mercato libero e sillabiamo
in tutte le lingue che non conosciamo,
abbiamo parole per descrivere il tormento,
l’angoscia e la nostalgia,
con altre indichiamo il mare, le stagioni
e la mediocrità,
adesso è estate che è sinonimo di anguria
e gelati artigianali, per i contrari puoi usare
desertificazione o fame nel mondo,
diamante è sinonimo di oggetti preziosi,
oggetti preziosi è un terrificante ossimoro
che descrive la nostra totale e stupida assuefazione
maniacale nel donare a tutte le cose
un valore da meno di zero a più infinito.

Se devi rubare un’auto ti consiglio quelle
che consumano meno, così risparmi sul carburante,
se proprio vuoi goderti la vacanza
trovati un camper o un colpo di stato
nelle isole minori del globo,
le notti dell’animo sono sempre troppo lunghe
portati un golfino che in maglietta poi c’hai freddo,
masticare frasi fatte può esserti utile

quando ti trovi coinvolto in qualche sbronza
dentro un bar, e se trasmettono la partita
non esultare durante i gol di nessuna squadra,
se ti fanno domande dai solo risposte vaghe
e incerte e in ogni caso dì che da dove vieni tu
i giocatori usano delle mazze chiodate
e alla fine vince l’unico che resta in piedi
ed è riuscito a salvare
almeno un braccio per esultare.

IV

Abbiamo il trattamento dei dati personali
e il dissesto idrogeologico,
le nostre necessità e il calore del fraintendimento,
abbiamo i mezzi pubblici
e i pubblici ufficiali,
il sapore della vittoria
e i sapori delle cose
rinchiusi in un bunker in Norvegia,
i cassonetti in fiamme servono per marcare il territorio,
la raccolta differenziata
non è legata alla salvaguardia del pianeta,
se vedi un tizio crocefisso
non è barbarie ma fede
e se vedi esplodere un autobomba
è per maleducazione,
abbiamo la vecchiaia e l’inesperienza necessaria,
in ogni caso abbiamo un’assicurazione che ci tutela,
abbiamo l’arte, la letteratura,
il giardinaggio e il bricolage,
la stampa ad inchiostro
e il divieto d’affissione,
i caratteri scontrosi e le faccende domestiche,
la chirurgia plastica e il lavaggio del cervello,
i papaveri e l’eroina,
le minoranze etniche e ahimè ancora i nazifascisti,
i tostapane e i sintomi che persistono,
la malattia, la morte e i funerali di stato,
i necrologi, i trigesimi e le parate militari,
le classi sociali e l’amarezza che non cambierà mai niente.

V

Abbiamo jumbo-jet e l’elettricità statica,
le sonde spaziali fuori dal sistema solare
e le barriere architettoniche contro gli invalidi,
no, non è che odiamo gli invalidi ma, a noi piace
il movimento di un corpo quando affronta un ostacolo,
se qualcuno non ci riesce è un problema suo.

Abbiamo le scale mobili e le falesie a strapiombo
sull’oceano, l’aria condizionata e il sistema
immunitario da revisionare,
abbiamo dei ponti incredibili, che collegano
nazioni straniere e immaginario collettivo,
bellissimi ed altissimi da cui potersi suicidare.

Abbiamo miraggi e nanoparticelle,
illimitate banche dati sospese nel cloud
cybernetico, chilometri di cavi elettrici
adagiati sul fondale acquatico del globo,
interminabili connessioni satellitari,
opere megalitiche per ascoltare l’universo
e solo sbiaditi ricordi
di ciò che un tempo chiamavamo umanità.

VI

Extraterrestre dico sul serio,
cercati un altro pianeta!

VII

Non siamo pronti per un’incontro
di questo tipo, certo siamo impressionati
dai totalioni di anni luce
che hai percorso ma:

– noi ci strozziamo ancora con le foglie
di tabacco a fine pasto, con le ultime
domande, con le Desert Eagle placate oro,
che si inceppano.

– noi ci strozziamo ancora nelle porte
automatiche con le fotocellule difettose,
con le fotografie dei pestaggi, con le
strette di mano necessarie a salvaguardare
intere popolazioni dal non spolparsi a
vicenda.

– noi ci strozziamo ancora con i voucher
rifiutati e i cryptodollari rifugiati
politici alle Cayman, con i limiti dei
decibel e con i sottaceti negli hamburger.

– noi ci strozziamo ancora con i piccoli
stanchi ritmi melodrammi, con i rapidi
vuoti accordi fondamentali, con i toni
smontati e le registrazioni cancellate
dai censori.

VIII

Non ci teniamo a sentirci dire
che abbiamo sbagliato su tutta
la linea evolutiva.

– noi ci serviamo sempre dei ricordi,
delle recensioni e dei bagagli a mano.

– noi ci serviamo sempre delle misure
drastiche, dei bombardamenti amichevoli
e delle cose che accadono.

IX

Non ci teniamo a sentirci dire
che abbiamo trasformato il mondo
in qualcosa di diverso.

– noi confidiamo rispettosamente
per l’individualismo,
per l’interiorità,
per l’astrazione,
per l’atomica come soluzione
di tutti i conflitti.

X

Extraterrestre, quando riparti
dammi un passaggio, che ho voglia
di vedere qualcosa di diverso.

Poesia tratta da Oggetti abbastanza Smarriti, Andrea Doro © Edizioni Ensemble
Illustrazione di Marco Melgrati

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