Giorno 7. settimo giorno perché prima avevo da pensarci, senza capirne, sono un balordo, babbeo, mi vedesse così crucciato mia madre: Mangi? E pettinati. Fai qualcosa. Fare. Qualcosa. Decimo inverno a Paremà, qui nella pianura padana, che lo vedi anche dallo spazio il suo scadimento, quella chiazza di robaccia nell’etere. Potevo stare meglio, al mare, non meno avvelenato, ma pur sempre un mare, gettarsi, testa sotto, ti ci butti mal che vada, e non ci pensi più alla catastrofe, allo spirito del tempo, quello, robetta da ridere: Ah!
Catalinaaaa… sono ladro, sono cane, sono un gallo, le dicevo, quasi lo urlavo da bello bevuto alla Catalina che rispondeva … stai buono, hai un problema con il bere, non devi urlare il mio nome, poi pensano che ci conosciamo.
Ci penso perché mi manca, e perché quel giorno notai il primo cambiamento: Catalì, non ti sembra più grossa la mia testa?
E non s’era ancora fatta sera. Ora ne sono certo della mutazione che sto patendo, un brutto scherzo.
come ogni umano, non sono speciale: non un granché, nemmeno un granchio, un pipistrello. Niente cyberfuture, cyberpunk, solarpunk e lasergun che suturano; e le ruote stanno ancora attaccate terra; e Marte non è colonizzata; e non ho arti meccanici, tubi, fili e scintille che escono dal cranio; non sono un robot, non sono un robot; e il confine tra i mondi è sempre spesso: niente elfi, niente gnomi nei boschetti, niente uomini rana, niente uomini lupo per le città. Niente! Trito e ritrito. Qualunque. Chicchessia. Non si gira, nessuna parte, costano troppo i viaggetti, ci pensavo ieri. Sono corretto da forze ignote. Questo volevo dire. Non sono pazzo.
Giorno 9. mutazioni e altre noie che non sto a dire, tipo bollette troppo alte, e un piccione che sbatte sempre contro la finestra del bagno. Il futuro che avevo ipotizzato da bambino non era giusto, beota, ingenuità, qui è tutto… normale, solo più corrotto. Il solito. Noioso. Pensavo qualcosa di meglio. Umidità. Dico che c’è troppa umidità.
fuori c’è una nebbia tutta nuova… gialla, penosa, che infetta, e ci hanno detto di non uscire dalle dodici fino alle cinque del mattino, e ogni sole sembra cento soli a fiammeggiare nel tramonto, in tutto il cielo. Si è rotto qualche grosso macchinario dicono. Verso sera nemmeno si vede oltre il proprio passo, c’è solo un abbaglio. E sempre qualcuno lo fa, furbetti, sono quasi sempre maschietti che si fanno video mentre passeggiano, e poi la pelle gli si stacca, vomitano, e altre cose che non sto a dire. Di chiudere bene le finestre hanno detto. Danno anche le multe. Ti sbraitano da sotto: Ei lei, deve chiudere. E rispondi … ho fatto la frittura, solo un attimo. E ti rispondono … va bene, va bene, poi però chiuda. Solo perché non sono straniero, se no sarebbero saliti a darmi multe e sgridate violente al primo avviso, botte. Quelli fanno sempre così. A loro piace. Brutto mestiere quello della guardia. Non stanno bene. Ne ho viste di storie, non sto nemmeno a dire.
Giorno 11. sembro uno schizzato, dormo male con le notti mezze bianche e non esco tra tutti che mi sembra di stonare, mi si smuovono cose dentro, sono sicuro, arriva, arriverà qualcosa, forse è solo un virus, cibo scaduto, sogno voci che dicono cose: Sono diciassette denari. Usa la carta? Vuole una busta?
… No grazie.
… Vuole una busta?
… No grazie.
non ho le competenze per interrogare le molecole. Una mutazione che ancora non ho capito e che non so da dove è iniziata. Dalle dodici sto sempre in casa, nemmeno rispondo al telefono, mi sono abituato. Quando posso resto in casa tutto il giorno. Il lavoro me lo permette: compilare moduli di calcolo per ditte, truccare i conti per loro. Un truffaldino, pigro.
Giorno 13. e non fatemi sentire frasi stupide come: Tutti cambiamo. Non l’ho detto al medico. Non l’ho detto alla Catalina prima che mi lasciasse. L’ha fatto perché non rispondevo al telefono … sei strano, ripigliati e poi chiama, vediamo se ti rispondo io. Quello è di destra, il medico è di destra, fatico a relazionarmici, ha idee sulle donne che non condivido, lo dico perché ne ho le prove, non sto a dire. Devo cambiarlo, lo dico da anni. Ma rimando sempre. Da anni rimando. Sto mutando. Dottore, può sembrarle strano ma sto subendo una mutazione che ancora non ho compreso… Risponderebbe dicendo:
Signor ##### lei fa uso di droghe? Ha precedenti problemi psichici? Dorme bene? Mangia bene? Ha qualcuno che l’ama?
Lo conosco quello. Non ci vado.
Giorno 15. ho caldo. Non ne esco. Non smette. Una vampata continua. Quello che mi succede irrompe in una normalità speciale che condivido con ogni persona di Paremà, e lasciamo stare che la gialla, come piace chiamarla ai giornaletti, che la gialla si sta espandendo oltre la regione, non sto a dire, vedremo. Pensavo, penso che la gente sta ammattendo. Non è colpa solo della gialla, troppo facile a dirlo. Abbiamo creato un mondo troppo fesso e complesso per le nostre minute menti. Magre. Debolucce menti. Scimuniti. E’ diverso quello che mi succede, non è pazzia ho detto. Devo solo aspettare. Sento le cose muoversi. Sono passati quindici giorni dalla prima sensazione di mutagione, magari non è nulla.
Giorno 18. la mia pelle è più scura. Di poco. Ecco! Divento scuro poco alla volta.
non sono un tipo costante, sono svogliato, disinteressato, poltrone, non sono attento ai dettagli. Tengo diari e agendine che perdo appena posso. La Catalina studia scienze, avrebbe potuto tenere lei un bel reportage sulla mia mutazione. Le chiavi di casa non le perdo mai. Priorità.
Giorno 29. torno chiaro. Nove giorni, all’apice del mio scuramento, una scurazione, una inscurazione, ero nero come la notte senza manco una stella, un lampione, una luna assente.
che ipocrisia, che offesa, io sono antirazzista, un bianco maschio occidentale che diviene nero, me ne sento in colpa, ero nerissimo, e andando a far la spesa settimanale mi hanno guardato strano le persone che mi conoscono e che non ho salutato. Una vecchia amica l’ho sentita dire al moroso: Quello sembra ####, ma è nero. E il moroso ha detto: Parla piano, non facciamo figuracce.
oggi mi sono svegliato del solito colore, quello di nascita, bianco olivastro. Verdognolo, colorito poco sano.
Giorno 33. sono più alto. Ho le ossa più spesse. Le dita affusolate. Il naso più lungo e anche il pene è notevolmente più abbondante, l’ho fotografato entusiasta.
Giorno 45. mi sveglio e non arrivo al lavandino. Un nano. In questi giorni ho avuto le unghie nere, anche i capelli da neri a biondi, e anche gli occhi verdissimi, prima erano marroni. Giornataccia.
Giorno 58. sono donna, quasi. Mantengo una fattezza di uomo. Ma ho una fica, il mio clitoride è davvero molto grande… Annoto solo questo e registro la mutazione. Sono passati due mesi, e, non sono sicuro, a me sembra tutto reale, lo capirei altrimenti, ci penso.
Giorno 78. sono stati giorni difficili, ho avuto anche le mestruazioni, sono stato tutto donna. Poi sono tornato normale in una notte terribile di dolori e incubi, ero a Venexia e nevicava, avevo freddissimo. Poi ancora me stesso, ma con i capelli colore verde prato. Oggi invece mi sono svegliato incredibilmente peloso. Dal naso ai piedi. E che lezzo sgradevole.
Giorno 120. i numeri imprecisi, salto da un giorno all’altro, poche le forze per essere precisi, poco il tempo per aver cura di questo diarietto, dovrei scrivere meglio cosa provo, ma non ho tempo per farlo, ho anche un lavoro io. Non faccio mai le cose come vorrei. Mi sono svegliato con le ossa molto spesse, di nuovo.
Giorno 170. sono stato un mezzo cane, un mezzo uomo per troppi giorni, tutto ricurvo con mani strane e gonfie, dita più corte e cicciotte, ruvide, non riuscivo a dire parola, avevo il muso lungo, che male alla mascella, e dicevo: Waw; woh; agh. Devo pulire casa. Raccogliere i peli, sono sfatto. Ho azzannato l’uomo delle consegne. Che imbarazzo, almeno ha lasciato il pacco: un nuovo frullatore!
Giorno 200. è stato un periodo difficile. Ogni trenta ore sono stato una persona diversa, la versione un po’ più tumefatta di: una compagna di classe che non vedo e sento da decadi, Rossella; la preside della mia scuola che nemmeno ricordavo; il vicino anziano, Ennio; un vecchio socio di lavoro; mio padre. Ho foto per ogni mutazione, e che dolori ogni notte, le ossa me le sento muoversi, scricchiolare, formicolii alla cute e bruciori quasi sempre intensi, agli occhi, la gola, la cosa mi sta friggendo il cervello. Ora sono me, l’originale. Devo guardare le foto dell’estate scorsa per assicurarmene.
Giorno 210. ho parlato con la Luisa … che vuoi che sia, dovresti essere contento se ti si sta allungando il pene, meglio tardi che mai… Ne ho parlato anche con il socio…
che importa, tutti mutiamo, è come un taglio nuovo, o una banalissima maglietta nuova.
Tutti pensano che ne stia parlando metaforicamente. Mutagioni e brutte stagioni. Certo, non ho fatto vedere le foto, non provano nulla, e ho preferito non mostrarmi in videochiamata da mutato, ancora non me la sento. Oggi sono ancora me stesso. Penso, mi distraggo con altre cose: fare la pizza al meglio badando all’estetica del cornicione; dedicarsi alle piante; leggo James Baldwin; disinfettare il bagno; trovare un copridivano adatto al divano e che si intona con le piante e la pizza. La mia faccia è più sottile.
Giorno 260. fino a che punto? Sono preoccupato. Ammattito, o un nuovo balzo evolutivo. Un genetista o una strega. Potrei andare da una strega, ne conosco una, è pure molto bella, di genetisti non ne conosco. Il mondo fuori sta cambiando. Forse tra le mura certe persone hanno le stesse visioni, la gialla è arrivata fino all’Islanda, il macchinario rotto non sembra essere stato aggiustato.
fino a qui ho avuto un giorno con sei dita a mano.
qualche volta la lingua lunghissima. E altre noie.
tre giorni fa ho avuto una bocca così amplia… ho fatto smorfie tutto il giorno.
ma che visioni! È tutto vero. Ho mandato le foto a Luisa, ha detto che sono matto e ha riso… Mi piacciono le tue trovate, è un nuovo racconto? Non facevi il contabile? L’uomo dei numeri per quelle diaboliche aziende?
Giorno 500. ho cominciato a prendere il controllo mesi fa. Catalina stanca delle mie lettere, già che non mi rispondeva più, ha scritto: Fai yoga. Poi non ha più risposto. Il pieno controllo è venuto dopo che ho imparato a meditare, e che beffa considerando la mia opinione in merito, dicevo alla Catalina: Fai Yoga sei volte a settimana e poi mangi carne, fumi, compri le grandi marche!
Giorno ###. sono chi voglio. Non posso dire nel dettaglio: ma mi sono arricchito fingendo di essere la persona giusta nel posto giusto, poco etico? Non mi interessa, bei quattrini, e ho lasciato il lavoro, non mi serve, ho elaborato modi per fare soldi, non sto a dire. Non ci vado al gabbio io.
sono stato Paul Pogba, ma continuo a giocare male al calcio.
sono stata la fioraia del quartiere, Caterina, e mi sono fatto il giardino nuovo.
sono stato Robert DeNiro, mi sembrava una cosa divertente: Stai parlando con me?
se a qualcosa non arrivo, lassù, mi allungo.
sono stato Scarlett Johansson, ma, ma riesco a essere con esattezza qualcuno solo se l’ho toccato o conosciuto profondamente, anche se male la ricordo una persona, anche se è successo venti anni fa di conoscerla, posso essere lei nel minimo dettaglio, precisissimo.
sono stato il Papa, sì ero io.
ho preso il brutto vizio di essere le donne che mi attraggono. Le donne con cui sono stato, insomma, ho sviluppato un che di perversione nel mutare. Non credo esista una normativa in merito, comunque non penso sia legale.
Giorno ###. la gialla si è espansa, altro che macchinari spaccati, ha colonizzato il globo: yelloworld, yellowgeneration, così fanno i titoli.
non ho sentito storie simili alla mia, la gente è solo più pazza, le intelligenze ce le siamo dimenticate, la società non sa farle più, sapete già.
ho compiuto grandi azioni di sabotaggio che non posso scrivere, mica stupido del tutto.
e ho provato anche a diventare un uomo rana, ci pensavo da tempo. Il mio nuovo progetto è mutare in bestie, divenire bestia. Non provo più quell’acuto dolore delle prime fasi. È tutto più naturale. Non ho fatto foto dei primi tentativi, troppo schifoso e una fatica tornare normale che non dico.
Giorno ###. sono ricco, mi piace. Posso sovvertire le cose, sovvertire qualcosa. Posso nascondermi ovunque, per dire. Presto farò anche qualche viaggio. Posso distruggere il capitalismo, e tutto ciò che disprezzo. Posso arricchire i più poveri. Mutare in Robin Hood, nello specifico Kevin Costner. Salvare, o mandare tutto alla distruzione.
tornare me stesso, seppur la versione originale ora sia stata riconcepita da me, è sempre più difficile, ci vuole una concentrazione inusuale per la mia mente misera e umana, ecco, il cervello e i suoi limiti, posso allungarmi il pene, il naso, divenire donna, farmi verde la pelle, farmi d’oro i capelli, ma il cervello sta solito, uno scemo, ecco, mi presenterò alla porta di Catalina, domani dovremmo vederci, mi presenterò alla sua porta tutto blu. Un bel blu, quello di Yves Klein, sarò l’evoluzione del suo lavoro artistico, devo pensarci, forse un cane blu, una scimmia blu, non devo strafare, non devo perdermi, arrovellarmi troppo, farmi sussumere. Andrò come me stesso, ma ben vestito. Poi le dirò tutto.
Giorno 1000. io e la Catalina ci sposiamo, a lei piace questa roba del mutaforma. Ma in giro per il mondo ho fatto tanti di quei guai che non sto a dire.