L’odore

Di che può parlare un uomo perbene con il maggior piacere?
Risposta: di sé.
F.  Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo

Avete mai provato ad annusare l’aria mentre il sole sorge dopo una notte intera di veglia? Si sente qualcosa per cui sono sicuro esistano le parole, ma non so se riuscirò mai a trovarle. La bocca secca, le iridi offuscate dalla stanchezza, i muscoli dolenti vi chiamano al sonno, eppure c’è qualcosa nell’aria che vi tiene svegli.
Potrebbe essere il tanfo del vostro divertimento tequila-tabacco-cocaina che vi risale su dalle viscere come un senso di colpa oppure il profumo nervoso di chi conta gli ultimi minuti di riposo prima della sveglia, quello melanconico di chi dorme solo da troppe notti o quello aspro ma avvolgente di chi riposa in coppia oppure l’olezzo che fuoriesce dalle bocche digrignanti di chi torna da una festa, i cui pensieri combattono fra loro per farlo uscire da quel fremito che li ha tenuti in movimento per tutta la notte.
Forse avete avuto la mia stessa fortuna e su quel divano dove adesso siete rannicchiati una persona vi sta cingendo il braccio con entrambe le mani, aspettando che il sole sia alto. Io non so proprio descrivere quella sensazione, ma sono sicuro esistano le parole, perché le ho vissute.
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