Il fatto che lui uscisse con una ragazza italiana non era visto di buon occhio dalla famiglia, genitori in testa. Jin si vedeva con l’italiana magra, come la chiamavano i suoi, dopo lavoro. Rimanevano a chiacchierare in macchina anche fino all’alba. Quando bevevano un po’ più del solito lei provava anche ad abbozzare qualche frase in mandarino, per lei era facile parlare d’amore, perfino in quella lingua straniera, lui invece faceva fatica, non aveva ancora trovato una lingua adatta ai suoi sentimenti.
Tag: Amore
Amanda Spinelli | Matrioska
Nutrimento? Goccia che cade? Per la prima volta ho tutto apparecchiato.
Amare&CO | Su “La fine dell’amore” e altre derive neoliberiste
"La fine dell'amore" di Tamara Tenenbaum (Fandango, 2022) è l'esempio perfetto di come le derive neoliberiste stiano distruggendo l'idea di amore romantico
Un garbo libero | Carlo Molinaro
Fai un gesto del capo come un pesce che affiora, hai le labbra sottili: «Siamo a letto insieme». Ne convengo: «Di fatto, sì». «Vorresti fare sesso?»
Adesso prendi il viola | Giovanna Cinieri
Come un buco nero che piega la luce, e di quella restituisce solo echi, Maria ha il sentore di riuscire a fare altrettanto con le cose della vita, risucchiarle e farle finire altrove, e di arrivare finanche al piegamento dei campi magnetici quando al posto di avere Livio, avvicina a sé altri uomini, per il solo desiderio di congiungersi con loro, e terminare quel processo che inizia quando crea.
Eva e ave | Ángelo Néstore
La camera immacolata solo per me; la camera e questo brandello di carne, una stirpe nomade davanti allo specchio.
I confini della solitudine | Francesco Gallo
Ed ecco che scopriva cosa realmente gli veniva a mancare: un punto fermo di riferimento, la certezza dell’esistenza nel mondo di una persona che sarebbe disposta a tutto per lui, anche ad andare oltre quel confine. Quella sconfinata generosità che, se si ha la fortuna che Mikael ebbe, si ritrova in due persone in tutta la propria vita, delle quali un bel giorno la vita stessa ti priva. A Mikael la vita aveva già presentato il conto, e come resto una terribile solitudine.
Bandamianto
Bandamianto. Ci chiamavamo così fin da quelle estati senza scuola grondanti di una noia che incollava le magliette alla pelle, giornate perse dentro lo scheletro spolpato dello stabilimento Eternit, un relitto incagliato nel panorama monodimensionale delle risaie.
Corpo a corpo
È il viaggio, quello che proietta
una miriade di desideri cadenti
sui laghi d’occhi e nei mari ventrali.
Rebecca
Ci sentivamo come se stessimo vivendo all’interno di una lunghissima estate.