Posted on 22/11/2017
La teoria della culla è quanto di più geniale mi sia venuto nella mia vita. La teoria della culla si prende cura del proprio feto.
La teoria della culla è per i pochi che ancora credono che sia fondamentale essere stoici: non curarsi di ciò che non è nel proprio controllo, nel proprio raggio d’azione. Se volete un piccolo segreto, là fuori non c’è un cazzo che sia nel vostro raggio d’azione. Non potete controllare un cazzo, là fuori. Tutto è aleatorio, tutto è sospinto da una brezza lieve di rapporti di forza. Finite per non avere il controllo, e cedere il controllo è la cosa peggiore che vi possa accadere.
Le aspettative degli altri sono ciò che più silenziosamente lavora su di voi: nella catena delle scelte che vi portano a essere ciò che si è, basta una sola decisione mutuata dall’altrui desiderio, ed ecco che tutta la catena si fotte. Per sempre. Papà è stato così. Me l’ha confessato. E se non ci possiamo fidare di papà, di chi ci possiamo fidare?
La teoria della culla invita ciascuno di noi a pretendere solo ciò che può restare nel raggio d’azione di un braccio. La teoria della culla è più comoda di un feto. Il feto non lo scegliamo, la culla sì. Da adulti, intendo. Da adulti.