Lo specchio ricalca espressioni note
dal mattino con le prime note, calca il piccone sopra le cancellate.
La serratura salta, anzi non c’era mai stata,
la copertura mostra la sua maschera emaciata.
– Tanti lividi, quanta validità!
Protetto sottopelle dai flutti sottocoperta
con la scoperta d’esser nudo ad un passo oltre ai tuoi abiti
– Con tanti limiti quanta vivacità!
Spinge dallo specchio il doppio, trova il punto d’accesso,
crudo a crepapelle ride per lo spasso come un mulo
innamorato della sua carota, convinto di proteggerla
giogo e catena intorno alla sua ruota.
Indi varco la cornice, il riflesso s’interscambia
– Accedo nello scuro e i nostri ruoli ci si scambia.
Attraverso il volto che mi osserva con la mano tesa,
l’intesa conserva ogni lato irrisolto.
Senza biglietto vai dove vuoi doppelgänger
Senza biglietto vai dove vuoi doppelgänger
Senza biglietto vai dove vuoi doppelgänger
Senza biglietto vai dove vuoi doppelgänger
∴ ∴ ∴ ∴
Dimmi del vento cortile spazzato
Che cosa faremo Territorio urbano?
Io mi disseto dalla foto di un lago
Oggi estremo l’uragano sul mercato.
– Accoglieremo l’ospite arrivato?
Sotto il cielo di un prefabbricato.
Artista appeso e poco illuminato
un crisantemo sul tuo immaginario.
Il tuo seno diviso dal mio fiato
– Guarda il cielo, definiscimi lontano
Senza freno – Il mondo inesplorato
– Portami indietro, ecco il mio isolato.
Col primo arresto ti sei sverginato
– L’ultimo onesto e ti sei rovinato
vecchio moschetto, nonno derubato
dentro lo specchio resti partigiano.