Con quella faccia un po’ così
Quell’espressione un po’ così
Che abbiamo noi prima di andare a Genova.
(Paolo Conte)
Ti sblocco un ricordo, così dicono i gamers e le gamers americane quando vogliono far tornare alla memoria qualcosa.
Settimana scorsa, quando sono usciti i video delle violenze compiute dalla polizia al carcere di Santa Maria Capua Vetere a seguito della rivolta dell’aprile 2020, il ricordo di qualcosa accaduto vent’anni fa si è sbloccato.
Genova, luglio 2001: mentre va in scena la parata dei “potenti della terra”, per le strade si dispiega una numerosa moltitudine di tensioni. Le tute bianche, con la loro dichiarazione di guerra ai grandi della terra e la promessa di forzare la zona rossa, il blocco nero, con la sua tattica mordi e fuggi di colpire i luoghi simbolo del capitale, i coordinamenti dei migranti, i partiti comunisti, i collettivi dell’area dell’autonomia. Un mondo. Un mondo che viene schiacciato da arresti, torture, violenze. Da un proiettile, che fa cadere in terra Carlo Giuliani. Dai pestaggi alla scuola Diaz. Dalle torture alla caserma di Bolzaneto. Dagli anni di carcere inflitti a tante persone per qualche vetrina rotta.
Vent’anni sembrano tanti, ma quando lo stato di cose presente non cambia ciò che è stato continua ad accadere: ogni violenza poliziesca oggi ci riporta a quei giorni di Genova, e i fatti di allora si ripercuotono ancora sul presente.

Tanto che, solo due anni fa, lo Stato italiano chiede alla Francia l’estradizione di Vincenzo Vecchi, ultimo latitante fra i presunti “black bloc”, e due mesi fa Luca Finotti – condannato per “devastazione e saccheggio” – torna in carcere per scontare il residuo di pena.
E proprio alle soglie del ventennale del G8 2001, Effequ farà uscire il 14 luglio la sua terza antologia di scritti, Circospetti ci muoviamo. Genova 2001: avere vent’anni, curata da Michele Vaccari.
12 racconti di 12 autrici e autori di età, generi letterari, sensibilità diverse, ma tutte e tutti con lo scopo di gettare uno sguardo su Genova e sul buio che ha generato.
La qualità è a volte altalenante, con racconti molto ispirati e altri meno, così come alcuni scivoloni naive (Askatasuna anarchici?) strappano un sorriso, ma il valore e l’importanza di questa operazione non ne viene affatto snaturata.
Non solo la testimonianza, ma uno sguardo in avanti rispetto ai meri fatti, su cui si è elucubrato tanto senza avere la soddisfazione di ottenere un risultato (che, a ben vedere, poteva essere solo la fine del capitalismo), ma su ciò che è successo in mezzo, su ciò che ci sta succedendo ora. Ed ecco che c’è l’amarissima tristezza e lo spaesamento di Non di Daniele Vicari, la voglia di serbare il ricordo de Il chiodo nel tempo di Nicoletta Vallorani, la banalità del male raccontata nello splendido (Brecht meets Cannibali?) Gadda Gadda Boy di Orso Tosco e la vendetta, protagonista del racconto di Paolo Ranco, La parte del torto, forse il più accattivante e il più compiuto a livello narrativo.
Meritevoli di menzione anche il racconto Piatti puliti di Ivan Carozzi, scrittore che si conferma ancora una volta magistrale nello stile, e quello di Ndack Mbaye, Per chi resta, che ci racconta una versione finalmente non prettamente “whitey” della vicenda.
Un libro imperdibile, per questo ventennale, ma che nel suo voler mantenere la memoria ferma, scorda una fondamentale pars costruens, al di là del mantenimento della memoria, che ad oggi è stata ipotizzata solo da alcuni bei lavori di Zerocalcare e dal fondamentale film Detour – la canaglia a Genova.
In molti racconti del libro si perpetra l’idea, molto comune in verità, che Genova sia stata la fine di qualcosa. Eppure, perché credere che ciò che quei giorni ha portato tantissima gente in piazza sia stato ucciso da un colpo di pistola o dalle manganellate alla Diaz o dalle torture a Bolzaneto?
È morto il social forum, certo, è morto il movimento no global di gente come Naomi Klein, probabilmente è morto pure quel movimento italiano che si era faticosamente rimesso in piedi dopo quei terribili anni 80 da cui non si esce vivi, ma, forse, non si trattava di questo e non si è mai trattato di questo.
Perché in quella rivolta, perché fu una rivolta, c’è una storia che è di ieri di oggi di domani: ci sono le tute bianche che, dopo la carica in via Tolemaide, smettono di essere tali e attaccano la polizia, c’erano le persone vestite di nero da ogni nazione che hanno ribaltato una città.
C’era Carlo Giuliani, suo malgrado, probabilmente un semplice ragazzo che si è fatto trascinare da quella spinta vitale che lo ha fatto diventare protagonista di una tragica storia, che non è giusto che diventi solo un simbolo di morte e di sconfitta, perché oltre a questo c’è la rabbia e la voglia di trasformare il mondo.
E questo appartiene a tutte le persone che sono sfruttate e che come a Genova 2001, in questi vent’anni, hanno continuato a rivoltarsi, da Atene a Minneapolis, dalla Palestina alla Bielorussia.
(Luca Gringeri)
Una playlist per Circospetti ci muoviamo
The Violators – Summer of 81 https://www.youtube.com/watch?v=evjq9JH3bFA
Senza Sicura – Quando inizierà https://www.youtube.com/watch?v=uc9dALrbBvI
Club Dogo – Hardboiled sabotatori (hard to do) https://www.youtube.com/watch?v=SWYmqtDf6JI
Conflict – Carlo Giuliani https://www.youtube.com/watch?v=ntnWZzV9EX8
Meganoidi – New Enemy https://www.youtube.com/watch?v=lEnowk82iFs
Porno Riviste – Sogno https://www.youtube.com/watch?v=dF1vVAcEl18
Izi – Matrix https://www.youtube.com/watch?v=_ijPmhcV_ic
Angelic Upstarts – I stand accused https://www.youtube.com/watch?v=z6br_xlbiKo
Tedua – Lo Sai https://www.youtube.com/watch?v=bYLtCWRZs8w
Colonna Infame Skinhead – Non ti arrendi mai https://www.youtube.com/watch?v=HvyS2V5jCVI
The Stab – Boots https://www.youtube.com/watch?v=M4406qTOEsg
Sophie – Whole New World/Pretend World https://www.youtube.com/watch?v=jq2VeggCU_s