Perché non abbiamo più bisogno di eroi

Oggi vi racconteremo una storia, una storia ambientata in periferia, nel grande raccordo anulare dimenticato di Roma o in una banlieue di Parigi. Il suo protagonista è un uomo che viene investito da una volante in pieno giorno e rimane fermo immobile, a terra. Prima di esalare l’ultimo respiro, assiste alla consueta proiezione della sua vita, e vede scorrere davanti agli occhi momenti belli ed entusiasmanti, momenti di gioia e di felicità. Non c’è spazio per momenti bui, anche se non sono mancati, certo; ciononostante tutto è avvincente e straordinario. L’uomo rimane con gli occhi a fissare il cielo, come un grande animale ferito che stia aspettando di essere ingoiato dalla terra, e quel che sogna non somiglia ad un rivale da abbattere, non somiglia ad una mancanza di idee, non somiglia ad un’installazione messa lì apposta per farsi guardare: ciò che sogna somiglia ad un grande risveglio collettivo. Si respira aria nuova, e per questo motivo egli sente di non essere morto invano. Ciò di cui si rammarica è di non avere vissuto abbastanza per poterlo raccontare. Così, con le ultime forze rimaste, alza il braccio per sussurrare la sua storia ad un passante, che ancora non sa di essere l’uomo più fortunato del mondo, perché quel moribondo gli sta per suggerire la visione che cambierà la sua vita per sempre.

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Le parole | Chiara De Cillis

L’ufficio della signora Ramona Rinaldis era l’ultimo residuo di storia rimasto in città. I mobili all’interno erano ancora fatti di vero legno – mogano, per essere precisi e una sottile fumaglia di incenso si diffondeva in maniera autonoma, nascondendo l’odore di muffa di alcuni vecchi volumi, stipati senza troppa cura sugli scaffali. Cianfrusaglie sparse con sana casualità raccoglievano la polvere e portavano il ritmo degli anni, e poi i fogli; c’erano fogli di tutti i tipi, a righe, a quadretti, fogli protocollo, fogli bianchi o in carta riciclata, ma soprattutto c’erano fogli scritti.
Wolfgang Amadeus Mozart stava suonando il suo “Rondò alla turca” mentre, sotto gli occhialetti da attenta lettrice qual era, Ramona stava meditando sul da farsi, indecisa sul come e sul quando far suicidare il suo personaggio principale.

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