Manifesto erotico cibernetico | diāvoli

Svuotare. Conquistare senza grazia la parte fuori di ogni cosa e generare una macedonia di bucce incerate coloratissime. Somministrare. Riempire. Determinare la consistenza patrimoniale dell’erotismo individuale al netto delle ipoteche. Decapitare l’utile e il dilettevole. Edificare selvaggia repressione multiforme in marmo.

Nei luoghi pieni di monumenti dedicati a pezzi di merda, ogni libertà invecchia ancor prima di germogliare.

            Forse tutto è iniziato quando abbiamo deciso che la masturbazione non avesse nulla a che fare con l’alterità e interrotto il pensiero che collega la liberazione individuale all’emancipazione collettiva.

Sessualità intuitive, immediatamente comprensibili. Per ogni pompino user-friendly, una tacca di percezione in meno. A massima distanza dall’opera d’arte, in prossimità totale con la schiavitù.

Così, nel desiderio imperioso di relegare e non sperimentare la libertà, nasce la pianificazione meteorologica degli orgasmi: partecipare a quel seminario interessantissimo il martedì sera per delegittimarsi tra partner con più proprietà di linguaggio; distanziarsi mano a mano di qualche lega da sé; praticare il tabù come strategia per mettere le cose in chiaro.

            Forse tutto è iniziato quando abbiamo cominciato a sodomizzarci senza fiducia, smesso di appoggiarci il viso sulla pancia poco prima di venire.

Provocare. Credere ciecamente. Ottenere. Esercitare potere. Fecondare e riprodursi invariati. Perdere contatto. Stabilire geometricamente il rinculo delle emozioni lanciate in antri poco spaziosi. Vermare in gelosia dogmatica perpetua. Amen.

Il dominio è puro disamore. Subdolo, pervasivo, illibertario.

Per questo si confà alla fede, all’approccio feudale della propaganda, alla privatizzazione dei genitali, all’obsolescenza programmata dell’istinto.

Il diritto di emanciparsi dalla banalità del vivere, invece, s’accompagna soltanto con l’andare a fondo, il conoscere, l’espandersi. Miceliare e incontrarsi. Apertura, molteplicità, movimento. Rispettare. Voler bene. Lottando, amare.

Testo e voce di diāvoli
Immagine di Luca Font
Sonorizzazione a cura di E. C. Bonanni


diāvoli è autrice, cantante, studiosa sperimentale, poeta performer. Intercetta e sonda il lato oscuro come lotta e resistenza. Ama i mostri, intima autentica espressione del genere umano e non; per lo stesso motivo, i robot e le altre creature digitali. Vive e coltiva contemporaneamente numerosi mondi. La sua ultima autoproduzione bianco su nero è Ne[v]ro (2024), un libro di poesie che unisce morte, sesso, amore e spirito libertario. Dallo stesso libro è tratto lo spettacolo spoken noise Abissi, con Le Piccole Morti. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali e artisti indipendenti.

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