Il dito del re | Gabriele Stilli

Sângele apă nu se face  [1]
(Proverbio rumeno)

Portarono al re le carte dei suoi possedimenti. C’erano tutti i boschi, i campi e le fortezze, annotate una per una dalla perizia dei suoi scrupolosissimi geografi. E in ogni punto della carta egli aveva un emissario, legato col sangue; e tutti questi puntolini di sangue facevano tra loro una rete saldissima, e ogni regione era una pietra da custodire, una pietra salda su cui edificare.
Aveva spinto i cartografi ovunque, in ogni recesso di quel mondo sconosciuto, a migliaia e migliaia di pertiche lontano; nel gelo delle montagne, in paesi minuscoli, inaccessibili, circondati da foreste e radure, paesi che quando cade la neve scompaiono, rimangono bianchi, bianchissimi: li aveva mandati in mezzo ai deserti, nelle profondità dei mari, quello di sopra e quello di sotto, fino alla terra del Signore, l’incredibile Gerusalemme, a vedere il grande cerchio del Santo Sepolcro. Come aveva fatto Alexandros, il grande re di tutti i tempi, che prima di mettersi in viaggio faceva correre esploratori per tutta l’Asia: e la conquistò, la sottomise tutta, senza tralasciarne un palmo.
Quanto si sa su di lui, il re l’aveva letto. Si era fatto copiare dal vescovo due libroni, e li custodiva insieme al sacro tesoro; li mandava a memoria in modo che entrassero nelle sue fibre, scendessero nel suo corpo, e lo spirito del condottiero lo guidasse.Continua a leggere…

Dal dripping allo zapping

Di recente, il Gruppo d’azione poetica SALINIKA ha redatto un articolo – Da Dante alla performancenel quale si spiega come la delegazione della parola poetica alla sola pagina scritta equivalga a costringerla ad una marginalità rispetto al ruolo specificatamente orale che le sarebbe proprio. A questo punto non rimane che indagare quali siano – o quali potrebbero essere – le implicazioni generali di una poesia moderna e contemporanea sul versante della scrittura. Del resto furono i futuristi russi, per primi, ad accorgersi delle potenzialità della parola poetica sganciata dalla pagina, traendone un’esplosione sonora e immaginifica allo stesso tempo.
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