Alessandro Anil | Terra dei ritorni

Non è necessario che mi ascolti. Non è importante. Le due rette parallele
di un binario si uniranno comunque, nell’infinito, e questo sangue
lasciato dall’ultimo sole, sembra fermarsi nelle arterie, sospensione
di un battito che non avrà una terra su cui mettere radici, declinando
per l’ennesima volta quel legame tra fragilità e bellezza.
Anche quel poco di natura rimasta, così lontana dalle foreste,
dalle tigri e contrabbandieri che popolavano i nostri sogni, si ritrae nella stanza.
L’inermità del riposo richiede la protezione della tana e questo
sia che si tratti del verme in coordinate misteriose o l’uomo che rientra
la sera per il nutrimento e il sonno. Niente è diverso, le stagioni
dei piccoli segreti sono intatte. Torneranno vedrai, nella breve forcella d’ombra
lasciata ai margini della strada. Orione, le costellazioni dell’Orsa
continuano a svolgere il loro corso fissati in un fotogramma eterno
e non dovrebbe sorprenderti se dopo tutto questo tempo sono ancora
qui, ad amare e soffrire, così inquietamente vinto, a chiederti
di lasciarmi entrare. Anche questo fa parte delle leggi eterne dell’universo.
Vedo l’inclinatura della nuca quando bevi, l’acqua scende
come un’accettazione, come la morte. Presumo sia questa la richiesta:
non la santità, ma la santità prima del peccato. Resteranno solo ombre,
solo ombre, mentre l’umidità sale dalla terra e i colori, le forme
iniziano a dissolversi. La notte è un oceano immobile come un ideogramma
con la sua particella di luce infinitesimale. Come osservare la fine
senza terminare con essa? Giù, nel frutteto, nell’ombra
ghiacciata dell’estate, c’è un luogo dove la migrazione degli uccelli sosta
qualche istante. Noi siamo il sogno di un animale appena addormentato.

Testo e voce di Alessandro Anil
Da Terra dei ritorni (Samuele editore, 2023)

Alessandro Anil, nato nel 1990, ha vissuto in India fino a sedici anni, a Santiniketan (West Bengal), frequentando la scuola fondata dal poeta R. Tagore. Conclude gli studi in Filosofia e letteratura in Inghilterra. Dal 2013 al 2022 vive in Italia. Esordisce nel 2019 con Versante d’esilio (Minerva editore) con cui vince il premio Camaiore proposta e il premio Guido Gozzano, opera prima. Ha tradotto vari poeti in altre lingue. Per l’ISAS – institute of South Asian Studies, sta traducendo i Poeti bengalesi nati dopo Tagore. Come drammaturgo e regista ha scritto e diretto To Celebrate the Human GloryDance Once Pray TwiceThe Tea RoomHumanMacbeth, The Lower Depth e Antigone. Dal 2021 è direttore artistico del centro theatre House – Sources Research Performative Arts. Con Terra dei ritorni ( Samuele editore, 2023) è stato finalista al Premio Strega Poesia.

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