Arrotino | Alfredo Speranza
Il ragazzo che ha imparato ormai il mestiere, pedala pedala i gemiti della mola, lo stridio di lame. Saluta con un sorriso e un cenno del capo le donne che vengono a portargli da lamare.
Una favola di Alfredo Speranza
Il ragazzo che ha imparato ormai il mestiere, pedala pedala i gemiti della mola, lo stridio di lame. Saluta con un sorriso e un cenno del capo le donne che vengono a portargli da lamare.
Una favola di Alfredo Speranza
Il cuore sprofondava nella notte coperta da nuvole mute e buie. Allo stesso modo, alle loro spalle, giaceva il relitto della Silna, titano sopito e immobile, arenato sulla spiaggia di Vulcano. L’equipaggio della Meteorina era riuscito ad arginare la perdita di carburante, a riparare i cavi subacquei per la Sicilia e a recuperare una ventina di container, eppure Furlan non riusciva a chiudere occhio.
Kosmonavt in italiano si traduce astronauta. O cosmonauta. Lo preferisco. Incarna l’idea di un uomo, che poi era un ragazzo, scaraventato in un bagno gelido di pece e di stelle, polveri e idrogeno, sulle strade sterminate del cosmo. Mentre il Paese pende dalle sue labbra.
L’albero sembra immobile, ma in realtà è percorso da quella violenta linfa sanguigna che lo spinge a gettarsi a capofitto nella confusione, nella guerra. Mi basta guardarlo un po’ più a lungo per avvertire un senso di pericolo dentro lo stomaco.
Parlare dell’Apocalisse oggi è così scontato. Peggio ancora scriverne: non è credibile. È una sensazione molto difficile da raccontare, avere a che fare con il presente non è gratificante e comunque c’è sempre qualcuno che ne sa più e meglio di te.