Per quanto riguarda noi di SALINIKA, la poesia performativa non esiste: esiste la performance, che viene dal teatro e quindi dalla «foné», ed esiste la poesia, che fin dai tempi della tragedia greca nel teatro è nata e cresciuta. Poi è arrivata la forma, la metrica, la scrittura, la poesia si è fatta genere e, quindi, letteratura. Sfortunatamente la tradizione letteraria nostrana ci ha abituati a considerare troppo spesso le categorie estetiche separatamente, come se si trattasse di una suddivisione in compartimenti stagni. In Italia, malgrado la commistione tra le arti sia un fatto reale e riscontrato, ancora persistono le voci di quanti sostengono che “quella non è poesia”. Allora immancabilmente torna l’urgenza di nuovi distinguo e sotto-generi per tentare di capire il nostro passato e, con esso, vivere la contemporaneità.
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Contro il presenzialismo | Tendenze per una nuova avanguardia
Con il termine «presenzialismo» s’intende l’attitudine contemporanea a recitare un testo interpretandolo e facendolo proprio. Prosecutori di questa attitudine, i poeti della scena orale e performativa sembrano ricondursi a questo filone. I loro testi, però, non sembrano accogliere particolari sperimentazioni. Interrogandoci sul testo poetico come «dispositivo», cerchiamo di individuare gli elementi riconoscibili di una nuova avanguardia, dal Liminalismo alla Glitch Poetry.
