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dalle imposte socchiuse
smagliature d’ombra nella stanza
spigoli di luce e linee azzurre
sulla carne troppo pallida

sento il suo torace gonfiarsi
poi sgonfiarsi lentamente
in un espiro caldo di bestia in letargo
il suo sesso che per tensione
somiglia tanto alla sua mano

io mi attorciglio
come una serpe mi torco
cerco il punto concentrico
di quel disordine atmosferico che io chiamo
β€˜il pulviscolo di Venere’

– ma ci pensi
a tutte le volte che con la lingua
ti ho portato via il sonno dagli occhi

a terra in pace riposano
sigarette accartocciate sul parquet
camposanto della sera prima
pilastro di una pigrizia che Γ¨ esserci
assopito ma essenziale

siamo qui da non sappiamo quanto tempo
come le querce gemelle del parco di Villa Reale

eppure non hai anche tu l’impressione
che a nutrirti sia ancora il sale?

Testo e voce: Gaia Ginevra Giorgi
Musica: Aniello Maffettone
Manovre segrete Β© Interno Poesia 2017

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